Cultura e Spettacoli

Che bella esaltazione della eroica cavalcata

di Nicolai Fuglsig con Chris Hemsworth, Michael Shannon, Michael Peña

Sembra una di quelle storie romanzate, scritte apposta per esaltare lo spirito patriottico dei soldati americani. Invece, quello che vedrete raccontato, da oggi, in 12 Soldiers è tutto vero, anche se, fino a poco tempo fa, era una vicenda poco nota anche agli stessi connazionali. Bisogna risalire al tragico, fatidico, 11 settembre e alla voglia di riscatto di una nazione ferita. All'indomani degli attentati, un gruppo di 12 uomini, paramilitari della CIA e delle forze speciali, partì volontariamente per l'Afghanistan. Lo scopo della task force, guidata dal capitano Mitch Nelson (Chris Hemsworth, perfettamente a suo agio) era quello di entrare in contatto con uno dei leader militari dei combattenti ribelli, il generale Abdul Rashid Dostum, per aiutarlo a conquistare Mazar-i-Sharif e sferrare così un attacco importante ai talebani di Al Qaeda. Più facile a dirsi, che a farsi. Una regione montuosa, dove ci si poteva spostare solo a cavallo o con i muli. Un alleato che non si fidava, diverso culturalmente e che usava tattiche decisamente inusuali per i tecnologici soldati USA. E, infatti, abbattute le inevitabili barriere anche linguistiche, i 12 eroici si distinsero per un clamoroso attacco a cavallo (il titolo originale del film, decisamente più adatto, è «Horse Soldiers», ma, come sempre accade, è stato «tradotto» nel meno incisivo «12 Soldiers»), che risultò decisivo per la riuscita della missione. Il tutto, a un mese dalla tragedia del World Trade Center. La regia è affidata a un esordiente, ma poco importa. Nicolai Fuglsig ha fatto il fotografo di guerra e, forte di questo, ha saputo ricreare perfettamente le atmosfere delle azioni di guerra, con un realismo sorprendente. L'impressione, in alcuni momenti, è quella di assistere a un documentario. Il problema è quando il film lascia spazio ai siparietti familiari, alle relazioni all'interno del gruppo. Tutto molto didascalico, poco approfondito e coinvolgente. E c'è del patriottismo, logico, prezzo da «pagare» in una pellicola di questo tipo.

Però, ripensando al fatto che sia tutto vero, la «missione» è ampiamente raggiunta.

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