Cultura e Spettacoli

Che belle le passanti di New York ritratte da Winogrand

Francesca Amé

S e sei nato nel cuore del Bronx da una famiglia di operai con pochi mezzi la strada la conosci bene. Se vieni da lì e a neanche trent'anni cominciano a chiamarti «il principe» è perché per strada qualcosa di importante lo hai realizzato: o sei un teppistello di quartiere o hai fatto i soldi. Gerry Winogrand non è stato né l'uno né l'altro: lui «principe della strada» lo è diventato grazie a una macchina fotografica. Era destinato ad altro Winogrand, classe 1928, ma è il servizio militare, scelto per respirare un'aria diversa da quella asfittica del suo minuscolo appartamento, che gli offre l'opportunità di apprendere qualche rudimento di fotografia. Da passatempo a ossessione il passo è breve. S'iscrive a un corso di fotogiornalismo, lavora come fotoreporter freelance e, specie quando si tratta di New York, ha un vantaggio su tutti gli altri: la strada la conosce davvero. Presto i suoi scatti finiscono sulle bibbie dell'epoca (Life, ad esempio) e il MoMa gli dedica, quando ha solo 35 anni, un'ampia mostra.

Un corposo assaggio della sua produzione degli anni Sessanta e Settanta è esposto in Gerry Winogrand. Women (are beautiful), dal 15 luglio al Man di Nuoro: dopo il successo dello scorso anno con la mostra su Vivian Maier, il museo sardo torna sul talento fotografico di un outsider, ché Winogrand dopo le prime nozioni teoriche fu, al pari della celebre tata-fotografa, un autodidatta che se ne infischiava delle regole. Usciva di casa e scattava: «Ho un desiderio smodato di sapere come appaiono le cose quando sono fotografate da me»¸ diceva.

«Winogrand disobbedisce a tutti gli insegnamenti di base della fotografia tradizionale e diventa il maestro del momento: il suo obbiettivo descrive meglio di ogni altro i cambiamenti della sua epoca», spiega la spagnola Lola Garrido, critica d'arte e collezionista. Si deve alla sua curatela se, in collaborazione con diCroma Photography, per la prima volta in Italia possiamo ammirare la collezione completa di foto, in stampe originali, che nel 1975 Winogrand riunì nel volume Women are beautiful. Fu il risultato di un lavoro lungo 15 anni per le strade di New York, nel tentativo di sintonizzarsi sul ritmo delle ragazze del tempo: fu uno dei suoi progetti più articolati, oltre a quello sugli animali (ritratti allo zoo del Bronx e all'acquario di Coney Island). A guardarlo oggi pare un reportage in bianco e nero che celebra l'emancipazione della donna. Ci sono ragazze per strada in minigonna o intente a flirtare in una cabina del telefono o sedute su una panchina di un parco: sono ritratte col grandangolo, spesso con la macchina fotografica volutamente sghemba, frutto di un occhio per nulla distratto. Winogrand passava anche tredici ore al giorno a scattare in pubblico: sentiva l'urgenza di testimoniare che il mondo, la strada stava cambiando, e in fretta.

Il suo indugiare sui corpi femminili fu tuttavia male interpretato: misogino, maschilista gli dissero senza capire che le sue istantanee prive di orpelli, realizzate quasi sempre nel preciso istante in cui il soggetto si rendeva conto di essere al centro dell'obbiettivo erano un omaggio a una nuova generazione di donne finalmente libere di muoversi per strada anche in maniera irriverente.

«Non so se tutte le donne delle foto siano belle, ma so per certo che tutte le donne sono belle nelle foto», diceva Winogrand e la frase suona come una dichiarazione d'amore.

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