Cultura e Spettacoli

Che chicca l'inedito di Lennie Tristano

Che chicca l'inedito di Lennie Tristano

«Un mito, un maestro, quasi un santone». Così sta scritto sulla copertina di uno dei libri dedicati a Lennie Tristano, Leonard per l'anagrafe. Tristano, compositore pianista e insegnante, è stato uno dei più illustri e influenti musicisti della storia della musica afro-americana e del Novecento in generale. Il padre Michele Tristano era nato ad Aversa (Caserta) dove adesso c'è una via Lennie Tristano, ed era emigrato negli Stati Uniti con la famiglia di origine. A Chicago, il 19 marzo 1919, nacque Leonard che a nove anni perdette la vista in seguito a una grave malattia. Fu questa menomazione a esaltare la sua naturale disposizione alla musica, per cui diventò un collezionista di diplomi e di premi, soprattutto in composizione e in pianoforte, ben prima di scoprire il jazz e di effettuare le prime registrazioni discografiche nel 1945.

La cecità gli regalò anche un carattere di ferro, esente da qualsiasi compromesso al di là di un aspetto mite e di una pronuncia inglese dolce e mediterranea, a cui mescolava ogni tanto qualche vocabolo napoletano. Detestò apertamente i produttori discografici, a suo dire rivolti soltanto al profitto e quasi mai all'arte musicale. Per questo realizzò pochi dischi a suo nome, assai meno di quanti avrebbe potuto e dovuto, arrivando all'estremo di costruire un proprio studio di registrazione nella sua casa di Queens, nell'hinterland di New York, dove insegnava, suonava e si muoveva dovunque come se ci vedesse. Invece fuori dell'uscio era un uomo smarrito e incerto. Si spiega che abbia pubblicato (o lasciato pubblicare) gli ultimi dischi nel 1965 e abbia tenuto l'ultimo concerto in pubblico in Inghilterra a Leeds nel 1969, assai prima che la morte lo cogliesse improvvisamente il 18 novembre 1978 a Queens, quando aveva appena 59 anni e ancora discepoli importanti, oltre ai celebri Lee Konitz e Warne Marsh.

Le vicende insolite della sua vita e la bellezza della sua musica hanno fatto di Tristano il classico musicista di culto. Perciò, un fulmineo passaparola ha diffuso la notizia che arriva nei negozi un doppio cd inedito intitolato Lennie Tristano Chicago 1951 , inciso dal vivo al jazz club Blue Note della capitale dell'Illinois fra il 6 e il 13 aprile di quell'anno che rientra, border line , in uno dei periodi migliori dell'estroso maestro. Lo pubblica la Uptown Records. Ho potuto ascoltarlo subito (con malcelata diffidenza, lo confesso) e dichiaro con sollievo che è bellissimo, da acquisire a scatola chiusa. Vi partecipano, oltre a Tristano al pianoforte, gli amati sassofonisti-allievi Konitz e Marsh, il trombonista Willie Dennis un tantino retrò rispetto ai magnifici tre ma assai valido, e i pregevoli Buddy Jones contrabbasso e Mickey Simonetta batteria. I brani sono 14, dei quali due di Tristano, cinque “standard”, e gli altri di Konitz-Marsh o variati da loro.

Ripeto: ci si può rivolgere senza timori al primo negozio a portata di mano, ammesso che abbia già il cd fra gli scaffali.

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