Cultura e Spettacoli

Che coppia Salemme e Abatantuono

In «Compromessi sposi» uno sguardo sulla famiglia e sulla politica

Che coppia Salemme e Abatantuono

Ma quanti soldi ha la Film Commission di Gaeta? Non facciamo altro che vedere film ambientati nell'amena località in provincia di Latina. Ora, suggestive cartoline arrivano da Compromessi sposi ( giovedì nelle sale), commedia di Lino Miccichè con Vincenzo Salemme e Diego Abatantuono, nei ruoli di padri distratti, ma affettuosi con i propri figli. La storia punta alla luna, cioè a un vecchio film di Mario Mattoli, Totò, Fabrizi e i giovani d'oggi (1960), soggetto di Castellano e Pipolo e musiche di Gianni Ferrio: la crème del cinema popolare ben fatto, a quei tempi. Dove un lui e una lei studenti volevano sposarsi, contro il parere dei padri. E se qui c'era un'allusione al Ventennio, con Fabrizi fascista, nel film di Miccichè ecco Salemme (papà Gaetano) nei panni d'un sindaco Cinque Stelle, integerrimo finché non entrano in gioco interessi familiari. Già, perché sua madre vuol fare il mercatino al nero e suo cugino vuole il posto barca a costo zero e lui sempre a dire noSalvo poi ammorbidirsi, quando l'improvviso matrimonio della figlia con un ragazzo del nord, figlio di un imprenditore berlusconiano (Abatantuono), ha bisogno di comprimari accomodanti. E se si mettono di mezzo le madri dei promessi sposi (Rosita Celentano, milanese snob ed Elda Alvigini, milfona romana), l'affare si complica.«Il tema politico? C'è e non c'è. È più un film sulla famiglia che sulla politica», annuncia Miccichè,il quale però qui annovera anche Beppe Grillo tra «i grandi uomini che fecero la storia», mettendo in bocca a Salemme la battuta ad effetto. E se è un film sulla famiglia, non manca l'idea d'un matrimonio tra lei&lei, al cui annuncio papà Diego non fa una piega: sua figlia sposerà la figlia d'un «cumenda». Praticamente, sono rimasti soltanto i gay a sospirare le nozze, perché qui, come nella vita vera, i due «compromessi sposi» se la danno a gambe, invece di sposarsi.

«In una commedia, il killer non c'è. Per età, faccio il padre e mi ci trovo bene: sono padre anche nella vita vera. Il mio personaggio, se messo a contrasto con quello di Salemme, diverte», dice Abatantuono. «Il mio personaggio maschera la sua fragilità, con l'ossessione per le regole.

Con Diego ho affinità elettive, dal punto di vista del mestiere», scandisce Salemme.

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