Cultura e Spettacoli

Che meraviglia l'inedito di Messiaen

Il compositore francese Olivier Messiaen (1908-92) si definiva «ornitologo per passione e per ragione». Ragione e passione per il canto degli uccelli che trascriveva in ogni parte del mondo come omaggio alla Natura e al miracolo della Creazione. «Ho sempre pensato che gli uccelli fossero grandi maestri e che avessero trovato tutto: i modi, i neumi, la ritmica, le melodie, i timbri e anche l'improvvisazione collettiva». Così scriveva in uno dei suoi appunti, oggi conservati insieme ai suoi libri, quaderni, abbozzi, partiture annotate, alla Biblioteca nazionale di Francia a Parigi. L'Archivio Messiaen occupa 150 metri lineari ed è stato meticolosamente ordinato e donato dalla vedova, Yvonne Loriod nel 2015. Da questo immenso archivio è uscito il primo inedito: un non completato concerto che Messiaen aveva pensato nel 1962 in un triplice omaggio alla moglie (pianista e docente dello stesso Muraro), a Debussy (di cui doveva onorare il centenario imminente) e alle profonde impressioni ricevute nel primo viaggio in Giappone. In occasione del venticinquesimo anniversario della morte del compositore francese, il pianista Roger Muraro (magnifico interprete non solo della complessa musica pianistica messianica) ha presentato a Lugano Musica, in prima esecuzione europea, la sua ricostruzione per pianoforte solo dell'abbandonato omaggio-concerto.

Lo ha intitolato Le capinere dell'Hérault (la regione occitana del Midi dove il compositore sentì e trascrisse i canti) e ci ha ricordato che coautrici del brano sono pernici, gazze, usignoli e ghiandaie, l'allodola Lulu e il cucù Glaì.

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