Cultura e Spettacoli

A chi il 25 aprile? Ai soliti noti (ma su Raiuno)

Prima serata a rischio retorica con Saviano, Pif, Albanese, Paolini e Ligabue

A chi il 25 aprile? Ai soliti noti (ma su Raiuno)

Ci saranno tutti o quasi. Dite un nome e lo trovate. Fazio e Saviano, Albanese e Marco Paolini, Pif e Ligabue. E poi chissà quanti altri. Del resto, il momento è solenne, bisogna ammetterlo: settant'anni dalla Liberazione del 25 aprile 1945. Quindi, per l'occasione, Raiuno si traveste da Raitre o, se preferite, Raitre trasloca su Raiuno. Una grande serata unificante, dal titolo schietto e festoso: Viva il 25 aprile! col punto esclamativo. Una serata che avrà nella Piazza del Quirinale il cuore pulsante della celebrazione officiata da Fabio Fazio. «Perché le vere feste si fanno in piazza - recita il comunicato di Raiuno - e la piazza del Quirinale è la piazza di tutti». E ancora: «Il 25 aprile è una festa di compleanno e quest'anno ricorre il 70° compleanno della Libertà». Insomma, diciamola tutta, una grande serata a rischio retorica. Per la quale il servizio pubblico non ha lesinato sulle risorse.

Ordunque, Fazio all'ombra del Quirinale, Pif in collegamento dalla Sicilia, Roberto Saviano da Montecassino, Marco Paolini ed Elisabetta Salvatori da Sant'Anna di Stazzema, Antonio Albanese da Alba, Ligabue e Francesco De Gregori in concerto da un'altra piazza di Roma. En plein.

Dicono i beninformati che a volere la grande serata unificante sia stato il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi. E che abbia orchestrato l'operazione in perfetta sintonia con Andrea Vianello, direttore di Raitre, con il quale peraltro l'intesa è consolidata dalle trattative sul caso Floris e dalla scelta di trasmettere Gomorra sulla Terza rete con lancio della coppia Fazio-Saviano, e non, per esempio, su Raidue. Secondo queste fonti il capo di Raiuno, Giancarlo Leone, avrebbe fatto buon viso a forza maggiore. E ora aspetterebbe di vedere come va il mezzo trasloco, il cambio di tasto sul telecomando con conseguente, probabile, spaesamento del pubblico. Tuttavia, non c'è tanto da stupirsi. Perché comunque, questa strana serata nasce da un equivoco che viene da lontano. Ovvero che la Liberazione della Seconda guerra mondiale e la Resistenza siano esclusive di una certa sinistra, più salottiera che militante, ma pur sempre sinistra (come se non esistessero partigiani non comunisti o azionisti). E, di conseguenza, che l'anniversario di uno dei momenti fondanti della Repubblica non possa essere gestito se non dai soliti noti. Ma siccome quest'anno il «compleanno della Libertà» è più solenne perché trattasi del settantesimo, cifra tonda, ci voleva la rete ammiraglia, il primo canale, la massima potenza di fuoco.

Sarà davvero difficile restare alla larga dalla retorica.

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