Cultura e Spettacoli

Ci vuole un grande Festival della cultura Mediterranea

Paolo Pagliaro

Il Sud è la culla della cultura, crocevia di molte civiltà che nei secoli hanno arricchito il nostro bagaglio odierno. Nel Salento i Messapi, i Greci, i Romani, i Saraceni, i Bizantini, i Normanni, e ancora Svevi e Aragonesi hanno lasciato la loro testimonianza che è riscontrabile nelle cripte e nei siti archeologici, nelle ville e nei palazzi, nelle splendide chiese, nel Barocco, nella terra, con gli ulivi secolari. Questo deve essere il nostro orgoglio, noi siamo orgogliosamente uomini di un sud da sempre bistrattato che ora deve rimettersi in piedi con la forza della propria cultura e delle proprie radici. Dobbiamo creare un canale privilegiato per l'innovazione di un processo di crescita economico legato alle nostre tradizioni valorizzando la nostra identità, nel nostro caso salentina, attraverso l'organizzazione non solo di eventi folkloristici ma anche di fiere, festival e contenitori per far conoscere la bontà del prodotto turistico e per promuovere tutte le risorse del nostro territorio, dal punto di vista storico e artistico, architettonico e culturale, religioso, gastronomico e agroalimentare. Un modello da prendere come esempio è quello dell'Andalusia che grazie ad un'offerta turistica completa che spazia nella pluralità e nella complementarietà delle sue proposte attrae turisti di tutto il nord Europa e del mondo. Rafforziamo gli eventi che già ci sono con incentivi maggiori, tipo la Notte della Taranta e la Notte della Fòcara che coniuga la religiosità e la fede con l'attrazione della grande pira, e diamo vita ad un grandissimo festival della Cultura del Mediterraneo per mettere in vetrina tutte le nostre risorse, senza dimenticare l'appeal che ha il Festival della Valle d'Itria per gli amanti della musica lirica e sinfonica.

La sfida che ci attende è quella di creare nuovi contenitori e fortificare tutto quello che è identitario.

Abbiamo un grandissimo patrimonio da valorizzare.

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