Cultura e Spettacoli

Classe in 2D Con Duvall e Downey jr

Grande classe in 2D: il premio Oscar Robert Duvall e la star di Iron Man , Robert Downey jr., recitano come padre-padrone e figlio disamorato nel dramma legale di David Dobkin The Judge (dal 23,con Warner), godibile mélo vecchia scuola hollywoodiana. Dove attori di talento commuovono e divertono, in una storia di dissapori familiari e di armonie ritrovate, sullo sfondo dell'America rurale di oggi. «Nei '70 si chiamavano film alternativi, oggi sono indipendenti: più facile rastrellare 2 milioni di dollari che 100», scherza l'83enne Duvall, gilet marrone e aria smemorata, proprio come nel film che lo vede mattatore, lui, il consigliori del «Padrino», qui nei panni del rigido giudice Palmer, accusato di un omicidio del quale nulla ricorda: tutta colpa della chemioterapia alla quale deve sottoporsi. Per fortuna, suo figlio Hank, alias il 48enne Downey jr., torna a casa per il funerale della madre e, da avvocato rampante in quel di Chicago («Per gli innocenti costo troppo», sostiene), difenderà l'onore familiare. Finendo con l'assistere l'anziano genitore in tribunale e tra le mura domestiche (bella la scena in bagno, col padre sofferente nella vasca, mentre Hank cerca di pulirlo). «Mio padre era uno stronzo, io sono un papà divertente: faccio le bolle e gioco», racconta il figlio di Robert Downey senior, oggi star bilionaria dei blockbuster Disney e Marvel (dai 50 ai 75 milioni di dollari a film), ma ieri piccolo tossico insieme al padre, artista underground col quale fumò la sua prima canna a 5 anni. Anche sua madre, ex-alcolista morta a settembre, era un'autodistruttiva, ma Downey jr. la ricorda con amore. «Il film mi ha fatto riflettere sulla famiglia, concetto amato in Italia. Tanto che interpreterò Geppetto in un film su Pinocchio, da me prodotto». Insieme alla moglie produttrice Susan, che gli ha dato Exton, 2 anni, e che da lui ora aspetta una bimba, Robert ha messo su la «Team Downey», «per non far sprecare troppi soldi ai divi» . Per Sherlock Holmes , pulito dopo la disintossicazione da cocaina, avvenuta nel penitenziario di Corcoran, dov'era il detenuto n.P50522, si profila un Iron Man 4 e un altro Avengers . «Con Duvall mi sono trovato bene: con lui, prima di tutto bisogna mangiare. Abbiamo sviluppato un senso di casa, di ritorno alle origini. Se il sistema giudiziario Usa funziona? È complicato: leggo Ascesa e caduta dell'Impero romano , mi pare non sia cambiato nulla», nota il divo, il cui figlio primogenito Indio si sta disintossicando dalla cocaina.

D'altra pasta, Duvall, che non ha figli, dice: «Non si può fare a meno della famiglia», ricordando le discussioni di calcio con Massimo Troisi, quando in Messico giravano Hotel Colonial .

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