Cultura e Spettacoli

Colpi di scena riusciti e un cast molto ispirato

di Rian Johnson con Daniel Craig, Chris Evans, Ana De Armas, Jamie Lee Curtis

È il classico «whodunit» alla Agatha Christie, ovvero un giallo che, sulla base di intuizioni, ma anche con una dose di humour nero, porta alla scoperta del colpevole. Più facile a dirsi che a farsi, perché quando non hai tra le mani uno dei misteri scritti dalla regina di questo particolare genere letterario, si rischia di fare brutta figura. In effetti, l'inizio di questa pellicola, non promette niente di buono. La trama prende spunto dalla morte di Harlan Thrombey, scrittore di romanzi gialli che, nel giorno del suo 85esimo compleanno, viene ritrovato, in casa, con la gola tagliata. Tutto farebbe pensare a un macabro suicidio, ma i parenti, spesso serpenti, rientrano, a pieno diritto, tra i sospettati di quello che potrebbe essere un delitto (quasi) perfetto. Ne è convinto il detective privato Benoit Blanc (un sorprendentemente bravo, in un ruolo non tipicamente suo, Daniel Craig), ingaggiato non si sa da chi, con una busta di contante, che, a uno a uno, interroga i figli del defunto, Walt (appena licenziato dal padre, come direttore della sua casa editrice) e Linda, il genero Richard (il suocero voleva rivelare, alla figlia, i suoi tradimenti), la nuora Joni (alla quale Harlan ha tagliato i fondi per mantenere lei e la nipote, dopo la morte di suo figlio) e Marta, l'infermeria sudamericana personale di Thrombey, una incapace di mentire, altrimenti vomita, personaggio centrale della trama. Quasi quaranta minuti di parlare continuo, che mandano in confusione lo spettatore, impegnato anche a ricostruire la genealogia della famiglia, con l'unico scopo di far sembrare ovvio quello che non sarà. Poi, in maniera sorprendente, la verità viene rivelata a metà film e uno si chiede: che senso ha? Ce l'ha eccome, perché l'errore sarebbe fidarsi delle apparenze e dare per scontato ciò che, come si può intuire, alla fine non sarà. Una serie di colpi di scena, quindi, ben orchestrati e serviti con precisione, fanno decollare vertiginosamente la trama, fino alla svolta finale, non banale.

Il tutto, con una buona dose di black humour e un cast stellare, sapientemente amalgamato dalla mano di Rian Johnson.

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