Cultura e Spettacoli

il commento 2

A vete presente quei presidenti di calcio che dopo un campionato fallimentare si buttano a capofitto nel mercato estivo rivoluzionando la squadra dalla testa ai piedi? Ecco, la nuova stagione cinematografica che importiamo dagli States sembra il frutto di un calciomercato faraonico. Grandi nomi, titoli blockbuster e trame (sulla carta) interessanti. Ma non dimentichiamo che, nel 2013-2014, le note dolenti del box office italiano sono state proprio le produzioni americane, reduci da una delle stagioni più deludenti, di idee e di incassi, degli ultimi anni. Piuttosto che rischiare investimenti in proposte nuove, ad Hollywood si è preferito, negli ultimi dodici mesi, andare sull'usato sicuro, puntando su saghe, cartoni e supereroi dal ritorno garantito. Il risultato? Il pubblico, almeno quello nostrano, non ha gradito. Un calo preoccupante di sette milioni di presenze, nelle nostre sale, per le pellicole statunitensi (da 51,6 a 44,7 milioni di spettatori) perché si sa che i sequel raramente riescono a emulare i «capostipiti». Le pellicole d'animazione ( Frozen ha avuto il secondo incasso dell'anno, Cattivissimo me 2 ha chiuso al terzo posto, Monster University undicesimo) hanno limitato i danni, altrimenti i conti sarebbero stati ancora più in rosso. Nonostante questo flop, la stagione cinematografica nel nostro paese, che si è appena chiusa il 31 luglio, ha registrato un incoraggiante segno «più» rispetto a quella precedente, con 94 milioni di spettatori nelle sale rispetto ai 91 dello scorso anno (dati registrati dalla rivista Ciak ). Questione di bicchiere mezzo pieno perché questo dato è dovuto unicamente alla strepitosa performance di Checco Zalone che con il suo Sole a catinelle (8.022.861 presenze per un incasso di 51.937.274 euro e senza 3D) ha rappresentato, da solo, il 9% dell'intero mercato cinematografico in Italia. Senza di lui, saremmo qui a commentare, ancora una volta, la disaffezione verso il grande schermo della gente, balla colossale perché il film di Zalone è la dimostrazione che davanti ai titoli giusti non c'è download illegale che tenga. Grazie allo straordinario successo di Zalone, la quota di mercato del cinema italiano si è impennata di sei punti, raggiungendo il 30,7%, con i biglietti staccati, per nostre produzioni, saliti da 22,3 a 28,8 milioni.

Ecco, forse, negli States, dovrebbero dare la cittadinanza americana a Luca Medici, alias Checco Zalone, per far quadrare i conti.

Commenti