Cultura e Spettacoli

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«Sarebbe come se Al Bano e Romina Power aprissero il Festival di Sanremo», gigioneggiava qualche sera fa Maurizio Crozza per dar l'idea del tempo che si è fermato. «Ah, lo aprono davvero...». Ieri sera li abbiamo visti cantare Felicità , come se fossimo in pieni anni '80. E chissà, il pubblico stagionato di Raiuno avrà fatto la ola sul divano, nostalgia canaglia. Vedremo stamattina il verdetto dell'Auditel, ma è chiaro che l'Ariston di Carlo Conti ha messo la prua sul passato. Punto primo, accontentiamo il nostro pubblico abituale, le buone famiglie e gli ultra sessantenni. Poi, punto secondo, proviamo ad agganciare i giovani (guardano il Festival?) con una sfilza di teen band e il fenomeno del web, Ed Sheeran. Siamo tradizionali, ma anche aperti e di larghe vedute. Venghino, signore e signori, venghino: ce n'è per tutti i gusti... Ma ce n'è soprattutto per i nostalgici dei «migliori anni». Conti è uno di casa, cena con noi tutte le sere da anni, non può tradire, non può trasgredire. Direte mica che Conchita Wurst, la cantante barbuta vincitrice dell'Eurovision Song Contest, è trasgressione? Non scherziamo. Politicamente corretto, di tendenza conformismo del più banale. Dopo la retorica sulla bellezza e la pretesa di tematizzarla, spiegarla ed elargirla alla massa di un anno fa, conviene tenersi alla larga da ambiziosi e vincolanti canovacci. Ma per carità, non chiamatelo Festival della restaurazione. Semmai «della Normalità», ha corretto Conti. Chiaro no? Il bravo conduttore svarierà in lungo e in largo, in alto e in basso. Vecchia lezione del nazionalpopolare: soddisfare tutti i palati. Paolo e Luca e Massimo Ferrero, Er Viperetta. L'amico Panariello e Enrico Ruggeri per commuoversi con i ricordi di Faletti, Mango e Pino Daniele. Il Ct della Nazionale, Antonio Conte, e gli Spandau Ballet, ospiti prediletti di Baudo pigliatutto, al quale, neanche tanto sotto sotto, Conti s'ispira. Il Festival vintage è servito. Un Festival «della semplicità e dell'amore», un idillio «senza perturbazioni», ma col rischio sbadiglio incorporato. «Il Festival ha il potere di riunire le famiglie davanti alla tv», vuol convincerci Conti. E fiori per tutti. «Che sarà, che sarà...

» (Josè Feliciano, Ricchi e Poveri, Sanremo, anno domini 1971).

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