Cultura e Spettacoli

Così aveva trasformato il corpo in un'opera d'arte (da museo)

L'immagine per lui era al pari della musica: collaborò con grandi stilisti e Damien Hirst

Luca BeatriceBasta prendere due canzoni tra le tante per comprendere l'irresistibile attrazione che David Bowie ha provato nei confronti dell'arte. Nel 1971 scrive un pezzo intitolato Andy Warhol dedicato al guru della Pop Art, che ha anche conosciuto e interpretato al cinema nel biopic Basquiat diretto da Julian Schnabel nel '96; nel '77 parla di Sound and Vision come di un solo modo di agire e pensare, una straordinaria fusione tra musica e immagine che solo lui è riuscito a sintetizzare. Già con il secondo album, era il 1969, Bowie rivela l'interesse per la pittura. Sulla copertina di Space Oddity il suo volto riccioluto esce da un quadro optical di Victor Vasarely. Nei primi anni di carriera si propone come un performer che sa trasformarsi plasmando il proprio corpo, nello stesso periodo in cui gallerie e musei propongono dandy ambigui, eleganti e androgini come Luigi Ontani e Urs Luthi. Con Diamond Dogs (1974) siamo già nei pressi del transgenderism, un anticipo visionario di circa vent'anni rispetto alle teorie di Post Human: la copertina del disco lo rappresenta con alle spalle due mostri, disegnati da Guy Pellaert, pittore e illustratore belga.Quando poi a metà degli anni '70 va a Berlino ne coglie le suggestioni espressioniste e metropolitane, ispirandosi al cinema di Fritz Lang e al teatro di Bertolt Brecht, ma guardando anche alla pittura dei Neue Wilden. Nello stesso tempo comincia a dipingere con una certa frequenza i rudimenti del mestiere li aveva imparati da ragazzo - anche se non saranno troppe le occasioni di esporre i suoi lavori, che a un certo punto preferirà proporre fuori dal circuito, direttamente nel sito www.bowieart.com.Figlio della cultura pop, Bowie cerca la collaborazione di Derek Boshier, che aveva studiato alla Royal Art College, per Lodger e Let's Dance. Se negli anni '80 il Duca vira verso il postmoderno in Scary Monsters si fa ritrarre in versione Pierrot ispirandosi ai dipinti settecenteschi di Watteau - nel decennio successivo diventa un convinto sostenitore della young British art, rilevando le quote societarie della rivista Modern Painters e diventando collezionista e amico di Damien Hirst: pare che insieme abbiano realizzato un quadro tondo della serie Spin Paintings, divertendosi molto anche se il terribile Damien non ha mancato di ironizzare sul completo bianco Gucci che il Duca indossava. «Si è ritrovato con la vernice sui capelli, sul collo, sull'orologio. Quando abbiamo finito gli ho detto, ti conviene prendere una bottiglia di trementina quando torni alle Bahamas».Nel video di 1.Outside appare un suo ritratto dipinto dello scrittore William Burroughs, e per questo chiede la collaborazione dello scultore americano Tony Oursler, che tornerà con lui anche nel clip di Where Are You Now?, con risultati davvero straordinari. Bowie è stato più di un musicista, un'opera d'arte incarnata in un corpo in trasformazione, l'unico a essere omaggiato con una grande mostra monografica, nel 2013, dal Victoria & Albert Museum di Londra. Chi è riuscito a vederla avrà certo capito il perché è riuscito a eccellere in tutti i campi dove si è misurato, compreso nel cinema, e del perché i principali stilisti di moda hanno voluto vestirlo: la sua shilouette, di assoluta eleganza, era una scultura vivente. Ai tempi di Ziggy Stardust lo vestivano l'inglese Freddie Burretti e il sarto sperimentale giapponese Kansai Yamamoto; ha indossato una tuta ispirata a Le Corbusier e costumi di scena che citavano la pittrice cubista Sonia Delaunay. Poi è venuto il tempo delle collaborazioni con i grandi stilisti, Giorgio Armani, Alexander McQueen, Hedi Slimane. Bowie ha portato i loro abiti con una classe rara per il mondo del rock, nessuno potrà succedergli in quanto a stile e carisma.

Oltre a tutto il resto, naturalmente.

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