Cultura e Spettacoli

"Così ho regalato la mia barca per salvare la vita dei migranti"

Una notte passata senza dormire, le lacrime e lo sfogo contro una porta. Poi la decisione: "Se anche un solo disperato, che scappa dall’orrore della guerra, verrà salvato, anche la mia vita avrà un senso"

"Così ho regalato la mia barca per salvare la vita dei migranti"

"Dormo poco. L’ennesima notte passata sveglio, vedendo il tg, mi sono arrabbiato, ho pianto, ho dato un calcio a una porta". Poi Flavio Insinna si è detto: "Facciamo questa cosa". Il conduttore di Affari Tuoi racconta, in una intervista a Repubblica, cosa lo ha spinto a donare la sua barca a Medici Senza Frontiere per andare a soccorrere gli immigrati. "Mio padre era dottore e per anni medico in Marina - spiega - mi ha trasmesso l’amore per il mare e mi ha insegnato che si deve fare di tutto per salvare chi è in difficoltà. Io poi sono cattolico, penso che sia giusto aiutare. E lottare. Il mio è un gesto di ribellione".

Insinna ha donato "Roxana", la sua imbarcazione veloce di 14,80 metri, per aiutare Medici senza frontiere nelle attività di soccorso e assistenza in mare lungo le rotte della migrazione verso l'Europa. "Non sono diventato medico ed è stato uno dei dolori che ho dato a mio padre - racconta Insinna a Repubblica - perciò mi sembrava bello dare la barca a loro. Sono straordinari, hanno professionalità umanità. La barca porta il nome di mia mamma, Rossana. Se anche un solo bambino in più, una donna incinta, un disperato che scappa dall’orrore della guerra, verrà salvato, anche la mia vita avrà un senso". E continua: "Forse ho aspettato fin troppo a fare questa cosa. Vanno bene l’allegria e gli applausi, ma magari qualcuno dirà: 'Ti ricordi quel giullare? Quella volta ha fatto qualcosa per chi aveva bisogno'".

Insinna non vuole entrare nel dibattito politico su Schengen, ma ai politici lancia un messaggio. "Se vedo una persona in difficoltà - dice - dono un cappotto, offro un panino". E si richiama alle parole di papa Francesco. "Dice che i muri non ci devono essere, né dentro né fuori di noi, e né il filo spinato - spiega il conduttore di Affari Tuoi - se un giorno dovessi scappare, spero di essere accolto, non di essere respinto a calci. Di essere accarezzato, come io ho cercato di accarezzare gli altri. Sono stato amato, dalla mia famiglia, prima ancora che dal pubblico.

Impossibile non rimettere in circolo un po' di quell’amore".

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