Cronache

Crazyrun, in Toscana la corsa più pazza d'Italia

Sulle strade toscane l'evento motoristico a metà strada tra gara di regolarità e caccia al tesoro, ispirato alla vecchia ed indimenticabile Cannonball

Crazyrun, in Toscana la corsa più pazza d'Italia

Tutti pazzi per la Crazyrun. Rombo di motori, mappe stradali, polveroni sullo sterrato e adrenalina. Ma anche nuove amicizie, divertimento puro, travestimenti, goliardia e lifestyle. La Crazyrun, arrivata alla terza edizione, è tutto questo e molto di più: una gara di regolarità abilmente vestita con l'abito friendly della caccia al tesoro. Cinquecento chilometri suddivisi in tappe da percorrere in due giorni, cartina alla mano e navigatore in modalità on, attraversando paesaggi da sogno tra balle di fieno, campi di girasoli, monumenti storici e vigneti profumati, costantemente sotto i riflettori di fotografi, giornalisti, cameramen.
Sulle strade italiane, l'evento motoristico a metà strada tra gara di regolarità e caccia al tesoro, ispirato alla vecchia ed indimenticabile Cannonball (alla quale furono dedicati film e cartoons come La corsa più pazza del mondo e La corsa più pazza d'America) riportata in auge dalla Gumball 3000.
I toscani, lo sappiamo, sono persone un po' matte di natura: geni, inventori, artisti e navigatori. La Crazyrun, la corsa più pazza d'Italia, non poteva che nascere in questa straordinaria regione dagli aspetti contrastanti e contrastati. L'idea è venuta ad alcuni appassionati di auto e di corse motoristiche: perché non organizzare un evento automobilistico in grande stile, facendo percorrere le affascinanti strade italiane da equipaggi a bordo di vetture più o meno potenti, auto d'epoca e supercar, guidandoli tra un checkpoint e l'altro solo attraverso indizi «accennati» ed enigmi da risolvere? Così è stato. In poco tempo è stata messa in piedi una sorta di piccola start-up che ha dato vita alla Crazyrun.
Definirla una gara di regolarità su strade aperte al pubblico e al traffico quotidiano sarebbe riduttivo perché sì, è anche questo (ogni tappa va percorsa in un tempo prestabilito senza poter sforare né in eccesso né in difetto il tempo regolamentare indicato dagli organizzatori) ma la Crazyrun è davvero una «corsa pazza» come dice il nome stesso. All'inizio di ogni tappa ciascun equipaggio parte con in mano soltanto una busta sigillata, identica per tutti, e nessuno sa dove si trovi il checkpoint intermedio: gli indizi per identificarlo sono contenuti all'interno della busta su un foglio formato A4 con enigmi da risolvere per scoprire il traguardo successivo da raggiungere secondo un percorso non prestabilito (ogni team può scegliere le strade che reputa migliori e/o più veloci) e prove da superare lungo il tragitto per evitare all'arrivo punti di penalizzazione che peggiorerebbero la propria posizione in classifica generale.
Crazyrun è un affascinante occhio del grande fratello di Orwell pronto ad immortalare ogni singolo fotogramma dell'avventura motoristica dei team partecipanti facendoli sentire come il centro del mondo per due indimenticabili giorni: fotografi che rubano scatti delle vetture nascosti tra i rami di un albero, microfoni pronti a spuntare improvvisamente durante una sosta per intervistare i concorrenti al volo sull'andamento della propria gara e sulle sensazioni provate, telecamere ad ogni angolo per documentare le varie tappe.
Una gara automobilistica non certo di velocità in cui anche il rispetto del codice della strada è un elemento importante: ciò che conta è la regolarità da mantenere durante il percorso, e, soprattutto, una buona dose di abilità mentale e di rapidità d'intuito nel decifrare gli enigmi forniti e individuare così il percorso più breve per raggiungere il checkpoint successivo: il motto ufficiale della Crazyrun è proprio Rally fast, think faster ovvero avventura pura e riscoperta di emozioni semplici e dimenticate come il perdersi in aperta campagna: può succedere anche questo e, magari, una telecamera sarà proprio dietro l'angolo a documentare quel vostro momento di smarrimento.
Dall'esterno potrebbe sembrare un gioco abbastanza facile ma in realtà non lo è. Ogni tappa è differente dalle altre, sia per numero di chilometri da percorrere che per tortuosità del tragitto, e ciascun checkpoint da scoprire si caratterizza oltre che per un differente grado di difficoltà di individuazione anche per una diversa tipologia di un enigma: si va dalla semplice segnalazione di coordinate satellitari, facilmente rintracciabili con un normale impianto gps, alla risoluzione di indovinelli che richiedono doti di strategia, logica mentale e conoscenze geografiche o storiche. In gara vale tutto: dalla comune cartina geografia cartacea (che a volte, nonostante tutto, può ancora servire) all'uso di dispositivi di navigazione come gps e smartphone, dalla telefonata all'amico che magari conosce la zona che si sta attraversando (o addirittura ci vive) alla richiesta di informazioni ai passanti, fino al più banale inseguimento di qualche avversario nella speranza che «l'altro» sappia dove andare.
E poi c'è la festa notturna: nel tardo pomeriggio del primo giorno di gara le vetture vengono parcheggiate e i partecipanti accolti in un hotel di lusso con piscina, centro benessere e lounge bar dove potranno rilassarsi, sorseggiare in tutta tranquillità un aperitivo e approfondire la reciproca conoscenza scambiandosi le proprie opinioni sulle prime, impegnative tappe e condividendo momenti di relax e divertimento in attesa della cena di gala e della festa che andrà avanti fino a notte fonda.
E anche quest'anno la Crazyrun è stata un successo. Team che hanno tentato di cuocere un uovo sul motore caldo, componenti che hanno suonato a casa di un ignaro vecchietto che è rimasto allibito, treni da prendere quasi in corsa: l'incredibile due giorni sulle strade della Toscana, a bordo di moderne supercar ed auto d'epoca dal fascino retrò si è chiusa con un altro segno più.
Volti noti di concorrenti delle prime due edizioni, e appassionati di auto che per la prima volta si affacciavano all'evento motoristico più pazzo ed emozionante d'Italia, miscelati con musica e tanto colore alla partenza avvenuta dal concessionario Peragnoli di Monteriggioni (Siena). Con le pale di un elicottero che si librava in volo per seguire i crazyrunners fin dalla partenza, la corsa ha avuto inizio in un clima elettrizzante. Un imbuto al cancello che immetteva le auto sulle strade della Toscana: tutti sono partiti sgommando per doversi immediatamente fermare pochi metri dopo a decifrare il primo dei misteriosi indizi che gli organizzatori avevano consegnato allo start. Da un checkpoint all'altro, in un crescendo di emozioni e di prove da superare, la Crazyrun 2015 ci ha portati da Monteriggioni prima a Castellina in Chianti per una delle due prove più difficili del primo giorno di gara (trovare una tazzina e un piattino da caffè, nonché un set di posate completo-forchetta, cucchiaio, coltello e cucchiaino-da consegnare al «primo» arrivo di tappa), poi a piazzale Michelangelo a Firenze, successivamente al passo della Futa lungo strade che trasudano storia dell'automobilismo, poi alle dighe del lago di Suviana, al penultimo checkpoint presso il ristorante 44° Parallelo sulla Porrettana con la seconda prova definita davvero tosta per i partecipanti (la cottura di un uovo sodo tutto tuorlo) e infine all'hotel Una di Lido di Camaiore in un contesto stile Miami. Dopo qualche ora di relax presso la Spa e la piscina dell'albergo, la prima giornata si è conclusa con cena e festa notturna nella storica discoteca La Capannina di Forte dei Marmi. La Crazyrun 2015 è ripartita da Lido di Camaiore domenica 10 maggio per le ultime 5 tappe: le 50 auto dei partecipanti si sono immesse sul lungomare della Versilia per dirigersi prima alla prova dei tre pontili (Lido di Camaiore, Marina di Pietrasanta e Forte dei Marmi) per poi salire verso le Alpi Apuane e raggiungere Seravezza, dove in piazza Ponte Nuovo hanno dovuto cercare una cabina pubblica che ha squillato tutto il giorno, ad intervalli di 5 minuti, per ricevere preziose informazioni.
Terza tappa del secondo giorno nella splendida località di Isola Santa, antico borgo della Garfagnana immerso in un clima del passato e dove i crazyrunners hanno letteralmente fatto irruzione in un vero matrimonio in corso dovendo chiedere agli sposi nome e cognome per non ricevere penalità. La prova più divertente era forse, a nostro avviso, quella successiva: un componente di ciascun team ha dovuto prendere il treno Aulla-Lucca ad una delle quattro stazioni indicate nella busta segreta con penalità crescenti e scendere poi dal treno alla stazione di Barga-Gallicano per ricongiungersi agli altri componenti del gruppo e proseguire per il Ponte della Maddalena meglio conosciuto come ponte del Diavolo.
Ultimo checkpoint a Montecarlo (Lucca) e parata finale delle auto con l'arrivo dei concorrenti alla carrozzeria Autostile di Cerreto Guidi allestita a dovere per l'occasione, con musica e rinfresco in attesa della premiazione.
Nessun team è arrivato all'ultima destinazione con zero penalità, grazie ad un livello di difficoltà nella risoluzione degli enigmi che diventa di anno in anno sempre più dura anche per rendere più interessante e movimentato l'evento. Ha vinto il team English Gentleman con il numero 20. Secondo posto per il team Taxi Driver (numero 81) e gradino più basso del podio conquistato con il coltello tra i denti dal team #mokambo (numero 10, i vincitori della Crazyrun 2014) I premi speciali assegnati quest'anno sono stati: premio Luxury Paint vinto dal team Red Passion (numero 60) su Ferrari 599 Fiorano, premio Classic vinto da Steve McQueen (numero 48), premio Crazy vinto dal team Gas Marci Garage (numero 89) e premio Camouflage vinto dal team Clockwork Orange (numero 71) grazie al travestimento ispirato al film Arancia Meccanica di Stanley Kubrick. Appuntamento a tutti i pazzi della Crazyrun al 2016 per una gara sempre più pazza (www.crazyrun.

org).

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