Cultura e Spettacoli

La D'Abbraccio e Gleijeses rinnovano «Filumena»

Paolo Scotti

E ora, dopo Titina De Filippo, Regina Bianchi, Pupella Maggio, Sophia Loren, Valeria Moriconi, Isa Danieli, Lina Sastri e Mariangela Melato, ora tocca a lei. Ma i polsi di Mariangela D'Abbraccio non tremano. L'appuntamento con Filumena Marturano, forse la più amata fra le amatissime commedie di Eduardo De Filippo (da stasera al Festival di Spoleto) l'attende da tempo. «Avevo solo diciott'anni quando Eduardo volle che debuttassi col figlio Luca. Ne avevo 22 quando feci un piccolo ruolo proprio in Filumena, dietro la grandissima Moriconi. E finalmente a 34, dopo la Napoli millionaria! diretta da Francesco Rosi, Luca mi disse: E ora Filumena!». Una sorta d'investitura che è anche segno del destino. «Il ruolo non mi spaventa. Tecnicamente è facile, è scritto divinamente. Mi sgomenta, semmai, che la storia di questa ex prostituta, che lotta coi denti per conquistare la propria dignità, sociale e sentimentale, sia nel Dna degli italiani. Filumena appartiene alla nostra memoria collettiva». Ma se la D'abbraccio deve vedersela coll'ingombro d'un mito coltivato per generazioni, al coprotagonista Geppy Gleijeses toccherà sfatare la leggenda d'un personaggio, quello dell'egoista Domenico Soriano, sempre un passo dietro la vulcanica protagonista. «Eduardo lo scrisse per sé; il che ne conferma il valore commenta l'attore (uno degli ultimi allievi di De Filippo) -; quando chiesi a Luca i diritti lui disse si, purchè tu non lo faccia con... e nominò una famosa attrice. Non dirò quale. Ma questo dimostra che Filumena si basa anche sul protagonista maschile». Come vivranno i loro personaggi? «Io sono una napoletana un po' anomala considera lei -; Filumena ti chiede passione, umanità, dolore. Ma non spingerò troppo sull'acceleratore». «Nel ruolo di Domenico ci sguazzo si entusiasma lui -; credo di avere l'età, lo spirito, l'esperienza giusti per affrontarlo». E il dialetto? Lo stesso Eduardo, quando recitava fuori Napoli, italianizzava i suoi copioni. «Faremo come lui precisa Gleijese s-; ma senza arrivare all'italiano tout court, come ha fatto Massimo Ranieri in tv. Non condivido la scelta di Massimo. Privare Eduardo del napoletano sarebbe come sottrarre il veneziano a Goldoni. Significherebbe snaturarlo». Quanto ai paragoni col passato, non lo preoccupano: «Un attore non fa il culto delle ceneri.

Fa il custode del fuoco».

Commenti