Cultura e Spettacoli

Silurate le Invasioni Barbariche, Bignardi: "È una mia scelta"

La conduttrice commenta dalle pagine di Vanity Fair, ma celarsi dietro "una mia scelta personale" con un programma che ha una media del 3% di share, somiglia ad una bugia

Silurate le Invasioni Barbariche, Bignardi: "È una mia scelta"

Tutti avevano notato un'assenza "pesante". Durante la presentazione dei palinsesti di La7, infatti, Urbano Cairo non aveva nominato lo storico programma della rete condotto da Daria Bignardi. Silurate Le Invasioni Barbariche. Nessun commento della conduttrice, almeno fino ad oggi.

La "verità" sull'esclusione della sua creatura dalla prossina stagione televisiva, è affidata al blog che la giornalista scrive su Vanity Fair. "Urbano Cairo, proprietario ed editore de La7, la scorsa settimana ha presentato i palinsesti autunnali della rete- scrive la Bignardi-. Tra molte altre cose, tutte più importanti ai fini dell’oggetto dell’incontro, ha detto che in autunno non ci saranno Le Invasioni Barbariche, il mio programma. La notizia – non una gran notizia perché sono anni, da quando ho pubblicato il primo libro, che non vado in onda in autunno – è stata ripresa in maniera folcloristicamente spropositata rispetto alla sua rilevanza, più delle novità annunciate. Il meccanismo è noto: piacciono di più le (in teoria) cattive notizie di quelle buone. Da anni, per una serie di motivi personali, ho chiesto io di fare solo una stagione".

Non è certo un segreto che la linea editoriale di Cairo non fosse più in sintonia con l'essenza radical chic del programma della Bignardi. In più, elemento non proprio trascurabile, gli ascolti del programma erano bassi. Bassissimi. Al punto da non poter più tenere in piedi l'intera "baracca". Quindi, che sia stata una scelta della conduttrice o meno, il risultato non cambia: Le Invasioni Barbariche erano destinate all'esilio televisivo.

E la conduttrice non si è lasciata sfuggire l'occasione di punzecchiare chi, nel day after, l'aveva data per illustre "trombatissima" del piccolo schermo. "I nostri nemici- scrive la Bignardi-sono fedeli e non ci deludono mai: anche stavolta, come decine di altre in passato, non ci hanno trascurato, esultando per quella che secondo loro era una cattiva notizia che ci riguardava. Il quotidiano Libero per esempio ha titolato Trombatissima, pubblicando una mia grande foto. Io quel quotidiano non lo leggo (niente di personale, non si può leggere tutto), ma uno dei vicepresidenti del Senato, che ho fatto pubblicamente voto di non nominare mai, si è premurato di mandarmi la foto della pagina via Twitter, insistendo parecchio nel plaudere alla – secondo lui – mia dipartita". Una vecchia ruggine quella tra la giornalista e Maurizio Gasparri. Che stavolta, però, sembra averci visto bene: facile celarsi dietro "è una mia scelta personale" con un programma che ha portato a casa una media del 3% di share.

Ad essere generosi.

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