Cultura e Spettacoli

Degna conclusione della terza fase Marvel

di Anthony e Joe Russo con Robert Downey jr, Chris Evans, Mark Ruffalo, Paul Rudd

Da ieri, è nelle sale un film che, facile prevederlo, potrebbe finire tra i dieci maggiori incassi di tutti i tempi nella storia cinematografica. Avengers: Endgame è la pellicola numero ventidue (avete letto bene) di quello che è stato definito come il Marvel Cinematic Universe, messo in piedi, undici anni fa, dal produttore Kevin Feige (con la Disney) suddiviso in fasi (con questo titolo si chiude la terza), opera faranoica, senza precedenti, che ha rivoluzionato il mondo del cinecomic mondiale. A partire da Iron Man (2008), la Marvel ha realizzato film con protagonisti singoli supereroi da far convergere, tramite snodi di trame, in un crossover delle varie pellicole. Una strategia vincente, con anticipazioni (nei titoli di coda) per ricordare, allo spettatore, che quello appena visto non era un film totalmente autoconclusivo, ma inserito in un qualcosa di più grande, universale appunto. Del resto, la serialità delle saghe Tv, ha cambiato il modo anche di far cinema e il dio merchandising ha fatto il resto: su eBay si vende un prodotto a tema Avengers ogni 5 secondi. Che poi, sia ormai un trionfo di CGI, anche se in questo capitolo, finalmente, si dà più spazio alle star, poco importa. Nel precedente Avengers: Infinity War, Thanos, dopo aver recuperato le Gemme dell'infinito, aveva dissolto metà popolazione, compresi molti Vendicatori. Il film riparte da questo senso di lutto, di incapacità di gestire la mancanza dei propri cari, svaniti nel nulla. Gli Avengers superstiti, ormai allo sbando, hanno un moto d'orgoglio: e se andassimo nel passato a recuperare le gemme, prima che queste finiscano nelle mani del cattivo? La vera pellicola decolla da questo momento. Peccato che, intanto, siano già passati 75 stanchi minuti degli oltre 180 di durata. Vale la pena aspettare, però, perché i fan saranno trascinati tra risate, emozioni forti (abbiamo visto colleghi piangere) e, soprattutto, colpi di scena a non finire. Una degna conclusione del percorso, fino ad ora, intrapreso e pietra angolare di una nuova espansione di questo particolare universo cinematografico.

E, per una volta, non fermatevi sui titoli di coda perché non ci saranno le abituali scene extra.

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