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Depp è McAfee genio informatico e narcotrafficante

Depp è McAfee genio informatico e narcotrafficante

A un certo punto, a novembre 2012, la polizia del Belize annunciò che stava cercando John McAfee, sospettato d'aver preso parte all'assassinio del suo vicino di bungalow. Nella giungla dell'America centrale, infatti, colui che 25 anni prima aveva fondato la McAfee Associates, ideando l'omonimo software antivirus, popolarissimo tra chi possiede un computer e acquistato dalla Intel, nel 2010, per 7,68 miliardi di dollari, era diventato come il Kurtz paranoico di Apocalypse Now: tatuato, delirante, la Smith&Wesson sempre carica, il virginiano di Roanoke si dava al narcotraffico in mezzo alla giungla. Nel 2009 aveva venduto tutto ciò che possedeva immobili alle Hawaii, in Colorado, Messico e Texas per autoesiliarsi nella foresta vergine, tra i coccodrilli. Diceva di voler cercare un antibiotico naturale e perciò s'era costruito un laboratorio parecchio misterioso. Ma i commandos della Gang Suppression Unit non perdonano: lo circondarono in 31, a dispetto delle guardie del corpo, dei cani lupo e delle ragazze in bikini, arrestandolo. Secondo le autorità, McAfee nella giungla produceva e vendeva metamfetamina. D'altronde quello era un tipo che nell'83, da ingegnere capo alla ditta informatica Omax di Santa Clara, vendeva cocaina ai subordinati, sniffandone grandi quantità lui stesso: non voleva addormentarsi mentre lavorava al computer. E magari sognare il padre, morto suicida. Ovvio che un personaggio così maledetto non potesse sfuggire a Johnny Depp, di recente accusato di abusi dalla ex-moglie Amber Heard e talmente ubriaco sul set dell'ultimo Pirati dei Caraibi da risultare ingestibile. Così sarà lui, la star più anarchica di Hollywood che, come McAfee, è partito povero ed è diventato miliardario grazie al suo lavoro, a incarnare il più fuori di testa tra i re dell'hi-tech nell'erigendo King of the Jungle.

Un biopic tagliato su misura per Johnny, che nel suo bollente sangue indiano (per parte di nonna Cherokee) fa gorgogliare un vulcano di alti e bassi, simile a quello di McAfee. Già nel 2015, con Black Mass, l'attore 53enne, che interpreterà anche Assassinio sull'Orient Express e il dramma Labyrinth, aveva provato a rilanciarsi come seducente carogna, ma l'operazione non era riuscita. Il povero Johnny dopo flop come Transcendence (23 milioni di dollari incassati, a fronte del budget di 100 milioni), cerca di rimettersi in piedi. La «dark comedy» sul mogul cibernetico ha i presupposti per un rilancio di carriera, gli zigomi del Capitano Jack Sparrow sempre alti come l'autostima di attore consumato dal talento e dalle droghe. La trama fa capire l'intimo inferno di chi fugge lontano, però non può sottrarsi a se stesso. Scott Alexander e Larry Karaszewski scriveranno la sceneggiatura, mentre la regia verrà affidata a John Requa e Glenn Ficara. E qui non siamo di fronte alle vite tutto sommato virtuose e già immortalate sul grande schermo dei mogul Steve Jobs e Mark Zuckerberg, nel privato non proprio dei santi, ma neanche dei tipi da forca. Questa è la storia notevole di un uomo la cui infanzia è stata un tormento e che, una volta adulto, è diventato un tossico col pallino del business informatico. Incrementato nel 1987, dopo quattro anni di sobrietà, con la creazione del primo software antivirus, specificamente concepito per difendere i Pc dagli attacchi.

Un tema di grande attualità.

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