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Il disco perduto di Lou Reed che seppelliva gli anni '60

Esce il "Lost Album" dei Velvet Underground inciso nel 1969. Rifiutato dai discografici, era il ritratto di un artista baciato dall'ispirazione ma sull'orlo di una crisi personale

Il disco perduto di Lou Reed che seppelliva gli anni '60

Nel 1969 i Velvet Underground hanno appena pubblicato il loro terzo omonimo album. La band di Lou Reed ha abbandonato in parte la sperimentazione e l'assalto sonoro di Velvet Underground And Nico (il «Banana Album» con copertina di Andy Warhol) e White Light White Heat . John Cale, violista e anima sperimentale dei Velvet, se ne è andato per disaccordi con Lou Reed, ed è stato rimpiazzato da Doug Youle. Le morbide ballate di The Velvet Underground non hanno però il successo sperato. Lou Reed e soci sono infuriati con l'etichetta discografica, la MGM, accusata di aver affossato la loro carriera. I Velvet Underground entrano in trattativa con la Atlantic ma prima di traslocare devono onorare il contratto consegnando alla MGM un quarto disco. Si ritrovano in sala d'incisione e dopo poche sedute ne escono con materiale da mozzare il fiato, la giusta via di mezzo tra la furia degli esordi e la maturità del terzo capitolo. Lou Reed è convinto che la MGM rifiuterà i nastri, giudicandoli, dal punto di vista commerciale, un passo indietro: non vede l'ora di incassare un diniego, per consegnare le nuove canzoni alla Atlantic. Sorpresa. La MGM in effetti rifiuta il disco ma ne rivendica la proprietà, bloccando la pubblicazione. I Velvet Underground sono liberi ma hanno perso un album, passato alla storia, appunto, come The Lost Album .

Nel corso degli anni, Lou Reed pescherà a piene mani da questo inedito scrigno di tesori, edificandovi sopra una parte della propria carriera solista (risuonando tutto da capo, ovviamente). Le incisioni originali faranno capolino in numerosi bootleg e saranno disseminati in due album ufficiali degli anni Ottanta, a Velvet Underground ormai disciolti da un pezzo, intitolati VU e Another View . Il 24 novembre, però, ritroveremo l'album perduto così come Lou Reed l'aveva pensato. Sta infatti per uscire un cofanetto celebrativo del terzo disco della band, che include anche le registrazioni di poco successive e ricostruisce la scaletta del gioiello dimenticato. Ci sono classici del repertorio di Reed come I Can't Stand It , Andy's Chest , She's My Best Friend , Lisa Says , We're Gonna Have A Real Good Time Together e Rock'n'Roll . C'è poi un pugno di brani eccezionali, ma meno noti, come I'm Sticking With You o Foggy Notion . Quasi tutti i mixaggi sono inediti. Nel complesso, il cofanetto offre sei cd: tre dedicati alle varie versioni di The Velvet Underground , uno a The Lost Album , due a live anch'essi quasi totalmente inediti.

Incredibile che qualcuno abbia chiuso nel cassetto roba del genere. Riascoltare The Velvet Underground e The Lost Album , entrambi del 1969, significa fare un tuffo nell'America che proprio non voleva stare alle regole musicali (e non solo) della controcultura. Due esempi da Velvet Underground . I'm Set Free si incarica di fare a brandelli, con sopraffina grazia, il sogno degli anni Sessanta: «Sono stato liberato e sono stato legato / lasciate che vi racconti tutto ciò che ho scoperto / ho visto la mia testa ridere mentre rotolava per terra e ora / sono stato liberato / per trovare una nuova illusione». Jesus è una spiazzante, delicatissima preghiera, scritta da un «miscredente» di famiglia ebrea: «Gesù aiutami a trovare il posto giusto per me / aiutami nella mia debolezza / perché ho perso la Grazia». Con tanti saluti di Lou Reed al nichilismo di maniera (innanzi tutto al proprio, tra l'altro). Mentre la musica tende a farsi tranquilla, le interviste tendono a farsi selvagge. Lou Reed prende a fucilate la scena freak di San Francisco e dintorni: «È noiosa, falsa e senza il minimo talento. Non sanno suonare e di sicuro non sanno scrivere. Mi riferisco a Jefferson Airplane e Grateful Dead». Frank Zappa: «Non vale niente, è pretenzioso, accademico e non sa suonare. Tutto quello che fa è metterci dentro un po' di musica classica per far vedere che è colto». Il movimento e la rivoluzione: «Non riesco a immaginare gente che voglia andare dietro a Jerry Rubin (attivista e leader radicale, ndr) o tipi simili». Giuste cause: «Mi chiedono: perché non fai un concerto di beneficenza? E noi, no. E perché no? Non ci crediamo e poi non facciamo niente gratis. Crediamo nella gente che paga». E via così su industria discografica, giornalisti, critici, promoter.

Di lì a poco, Lou Reed entrerà di nuovo in studio per il quarto album (ufficiale) dei Velvet, il primo per la Atlantic, e sarà Loaded , che include la sua canzone più famosa, Sweet Jane . Lou però abbandona tutto prima della fine delle incisioni e torna a Coney Island dai genitori.

Per il momento non ne può più.

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