Cultura e Spettacoli

E i cameristi della Scala illuminano Boston

L'omaggio negli Stati Uniti: le "Fantasie" ispirate a Verdi nella scaletta del concerto voluto da Eni

E i cameristi della Scala illuminano Boston

«Mens et manus» è il motto del Mit di Boston, uno degli istituti più prestigiosi nella ricerca scientifica. Ovviamente è negli Usa, Paese che vanta otto università nella top ten delle migliori al mondo, con il Mit in quarta posizione, dopo Harvard, Standford, Berkley. Ovviamente ha qualche cervello italiano, come l'architetto Carlo Ratti che addirittura vi dirige un dipartimento tutto suo. E benché sia un'industria del sapere scientifico capace di produrre 78 premi Nobel nelle scienze, il Mit dedica attenzione alle arti, vedi il motto, e a una in particolare: la musica. Al Mit si offrono regolarmente concerti e metà degli studenti seguono programmi musicali. E proprio qui, al Kresge Auditorium, lunedì scorso i Cameristi della Scala hanno aperto il tour statunitense. E non poteva che essere nel segno di Giuseppe Verdi, a 200 anni dalla nascita. I Cameristi arrivano in un'America rovente, nella morsa della «serrata di Stato», con alcune orchestre e istituzioni musicali alle soglie della bancarotta ma anche con istituzioni che non sono mai state così bene: il caso della Chicago Symphony che dalle colonne del NY Times ha appena ricordato che con un direttore italiano, Riccardo Muti, si vendono più biglietti, arrivano più sponsor, insomma si guadagna più di prima. Così come una musicista italiana, Cecilia Bartoli, è assai amata in terra austriaca dove conduce - con particolare profitto - il Festival di Salisburgo di Pentecoste. Dati su cui riflettere. Il tour dei Cameristi, un concentrato di prime parti della Scala, tocca città e sale di rilievo, compresa la leggendaria Carnegie Hall. Viaggiare costa. Ha infatti un suo mecenate: Eni, partner anche del Mit e dei tour internazionali dell'ensemble. Nella settimana del compleanno del compositore, gli scaligeri esportano un Verdi godibile e misconosciuto. Quello di Fantasie elaborate da musicisti contemporanei a Verdi, spesso concertisti virtuosi, che presero spunto da celebri arie o pezzi d'insieme delle opere del compositore-monumento nazionale. Così, due violinisti supersonici come Camillo Sivori e Antonio Bazzini scrissero Fantasie ispirandosi a Trovatore e Traviata, appunto nel programma dei Cameristi. Mentre alla voce calda del violoncello pensò Luigi Mancinelli che prese spunto da Don Carlos e Aida.

Chiusura del programma con brani da Otello e Falstaff.

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