Cultura e Spettacoli

Quel robot donna (supersexy) dall'intelligenza troppo umana

È uscita la sorprendente opera prima del regista Alex Garland. Un film che indaga a fondo sui nostri rapporti con i computer

Quel robot donna (supersexy) dall'intelligenza troppo umana

L'intelligenza artificiale è da sempre un topos della letteratura di fantascienza ed è stata indagata anche in tantissimi film. Il rapporto dell'uomo con i robot è protagonista di capolavori come 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick con il computer Hal 9000, Terminator di James Cameron, Blade Runner di Ridley Scott, Matrix dei fratelli Wachowski che ribalta la storia con le macchine che «pensano» gli uomini, il commovente A.I. - Intelligenza artificiale di Steven Spielberg, fino ai recenti Her di Spike Jonze con il protagonista che dialoga con una interfaccia tipo Siri dell'IPhone e Humandroid (Chappie) di Neill Blomkamp con i robot poliziotti. Il grande scrittore Isaac Asimov iniziò a inserire in alcuni suoi racconti a partire dagli anni '40 le cosiddette «tre leggi della robotica» proprio per cercare di immaginare di dare un'autonomia controllata ai robot. Ma la sempre conseguente ribellione della macchine contro l'uomo è un altro dei temi classici che affonda le radici nel mito di Prometeo e arriva fino a Frankestein , creatura che si rivolta contro il suo creatore. Pensieri e azioni in fondo molto umani (i figli che uccidono i padri) ma che comunque temiamo.

Bene, ieri è uscito nella sale un film sorprendente che mette insieme tutte queste questioni e si spinge anche un po' più in là nell'immaginare un futuro che non è dispotico e soprattutto sembra l'oggi. Si tratta di Ex machina , opera prima dello scrittore e sceneggiatore Alex Garland (quello di The Beach portato al cinema da Danny Boyle con cui ha poi collaborato anche per 28 giorni dopo e Sunshine ) che immagina la storia di un giovane programmatore (interpretato da Domhnall Gleeson) della più importante azienda internet del mondo, il quale vince un concorso interno per trascorrere una settimana di vacanza in un posto meraviglioso. La sorpresa però è che il luogo in mezzo alle montagne, e raggiungibile solo in elicottero, è sì bellissimo. Ma è anche la dimora del capo dell'azienda (Oscar Isaac) e base di un suo progetto segreto. Il dipendente dovrà dunque partecipare a uno strano e affascinante esperimento interagendo con la prima vera intelligenza artificiale del mondo, contenuta nel corpo di Ava (Alicia Vikander, attrice svedese attualmente tra le più richieste), una bellissima ragazza robot paradossalmente ancora più affascinante perché palesemente una macchina.

La novità della sceneggiatura di Garland sta nell'inserimento di questioni teoriche centrali degli anni che stiamo vivendo dove i riferimenti ai colossi informatici globali non sono assolutamente nascosti. L'intelligenza artificiale contenuta nel «corpo» di Ava (la scelta del genere femminile non è certo un caso perché il robot lo utilizzerà per conquistare il giovane) è connessa con il maggiore motore di ricerca mondiale di cui è titolare il capo dell'azienda. Il robot quindi riesce a conoscere tutto dei suoi interlocutori incrociando le informazioni che vengono dalla profilazione degli utenti del motore di ricerca (fino a sapere esattamente il tipo di donna dei sogni sulla base delle scelte dei siti porno). Si tratta dunque di un'intelligenza addirittura superiore a quella umana in quanto anche collettiva.

Il tema sta diventando piano piano più attuale che in passato perché la ricerca fa passi da gigante e studiosi di tutto il mondo si interrogano preoccupati. Tanto che uno scienziato come Stephen Hawking ha avuto modo di dire: «Ad un certo punto nei prossimi 100 anni i computer sopravanzeranno gli esseri umani con l'intelligenza artificiale. Quando questo accadrà, dovremo accertarci che i loro obiettivi siano allineati con i nostri». La forza di Ex machina sta proprio nel non lanciare allarmi, ma interrogativi, nel non voler essere troppo fantascientifico, quanto piuttosto di indagare le reazioni molto umane dei robot. Per esempio una delle sequenze più significative del film è quella con gli androidi che si fanno letteralmente a pezzi nel tentativo di scappare dalla gabbia, seppur dorata, in cui lo scienziato li ha messi. Come farebbe chiunque.

Umano, animale o, appunto, robot.

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