Prima della Scala

Eyvazov: "È andata bene. Sono stato determinato". Bolle apprezza i passi di danza

Una prima che piace a partire dai cantanti. Poco graditi solo i vestiti rossi delle signore

Eyvazov: "È andata bene. Sono stato determinato". Bolle apprezza i passi di danza

Prima della Scala consumata. E incorniciata da spari di coriandoli, qualche buuu finale e 11 minuti di applausi indirizzati ai protagonisti di Andrea Chénier, Andrea, Maddalena e Gérard, al direttore d'orchestra Riccardo Chailly, al regista Mario Martone e costumista Margherita Palli. Caldi supporti per il protagonista Yusif Eyvazov: cantante che a Milano visse d'arte per 17 anni, e due anni fa convolò a nozze con la star della lirica Anna Netrebko, ieri nel ruolo di Maddalena. Nel loggione, tanto supporto per lui... (tale da accendere le fiamme di qualche dissenso).

Questa è l'opera del tenore, anzi dei tenorissimi. Inevitabile aspettare Andrea Chénier al varco. O almeno a prendersi gli applausi per conto suo (cosa che nessuno ha fatto). Aldilà della claque e contro-claque, Eyvazov è stato promosso. «È andata molto meglio di quanto pensassi. È la serata più emozionante della mia vita artistica». Raggiunta grazie a una determinazione di ferro: «Determinato io? Sì, è l'unica cosa che mi ha salvato stasera». Riflettori su di lui, ma ecco che la Netrebko interviene, e ruba la scena al marito. «Eravamo molto nervosi. Ma abbiamo avuto molto supporto. Grazie a tutti». «Stasera si respirava insieme con il pubblico. Il testo del resto si fa con il pubblico. L'atmosfera era così intensa che si tagliava con il coltello», è il commento a caldo del regista. Chiediamo a Dominique Meyer, sovrintendente a Vienna, se Eyvazov abbia passato il test. «Pochi tenori possono affrontare questo ruolo», premette. «Ha bellissimi acuti. C'è chi non ama parte della sua voce. Sono gusti e giudizi personali. Però ha studiato tanto, sa fraseggiare bene». Eyvazov viene promosso anche come attore. Parola di Margherita Buy, «la Netrebko è bravissima, per carità, quando canta la romanza è insuperabile. Però lui la supera come attore. Ha una forza romantica. È travolgente». La regia? «Sento tanta Napoli, Martone ha infuso la passione partenopea alla rivoluzione francese».

Al pubblico piace l'idea della piattaforma-carillon che consente rapidi cambi di scena. «È efficace. Mi piace, l'azione scorre veloce», commenta Roberto Bolle.
Il rosso sgargiante esplode sui capi delle signore nella platea della prima della Scala 2017. Perché? Fabiana Giacomotti, giornalista di moda, va al dunque: «è il colore dell'anno». Ma c'è spazio per le più fantasiose interpretazioni, che fanno tanto Prima. «Rosso rivoluzione», spiega Lavinia Biagiotti. Rosso perché le andava di vestire così, per Natasha Stefanenko. «Rosso in omaggio alla forza della protagonista, Maddalena di Coigny», secondo Giovanna Salza, moglie di Corrado Passera. Per la verità, la forza d'affrontare il patibolo per l'amato Andrea non piace a Emma Marcegaglia «non approvo l'idea che lei scelga di morire e che lui non glielo impedisca», spiega secca. La stilista Raffaella Curiel boccia tanto rosso: «Non si indossa a una prima della Scala e i Milanesi lo sanno».

Quanto al palco reale sguarnito? Mancano le più alte cariche dello Stato, «probabilmente si vergognano», risponde.

Più diplomatica Livia Pomodoro, «L'Italia deve trovare un`identità collettiva, conta che la gente sia in sala e in palcoscenico, non nel palco reale».

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