Cultura e Spettacoli

Far alzare il Creatore dal divano è un miracolo

Facile vivere in un cosmo in cui c'è qualcuno che regola ogni cosa per noi... Ma se si stufasse? Se l'Altissimo fosse annoiato a morte dal suo lavoro e decidesse di piantarla lì come andrebbe a finire? È da qui che prende le mosse la mini serie (sette episodi) Miracle Workers in onda da martedì in seconda serata su Italia 1. Ironica e dissacrante ci presenta un Creatore, interpretato da uno Steve Buscemi in stato di (dis)grazia, in piena crisi di identità e di mezza età. Sta stravaccato su un divano a fare zapping cosmico. Quel che c'è da fare per mandare avanti la baracca lo delega a una sterminata burocrazia di angeli dei più vari gradi. Inutile pregare e chiedere miracoli: gli umani gli appaiono più noiosi delle zanzare. Anzi, le continue richieste di interventi salvifici, lo hanno proprio mandato in paranoia. Spinto a uscire dal suo annoiato isolamento decide che è ora di un bell'Armageddon così non ci pensiamo più.

A cercare di fermare il disastro solo due angeli di infimo ordine, insignificanti travet della Paradiso Inc, interpretati dalla star britannica Daniel Radcliffe (Harry Potter) e dall'australiana di origini svizzero-tamil Geraldine Viswanathan. Per farlo ovviamente dovranno riuscire a fare un miracolo. Tratta dal libro di Simon Rich What in God's Name, prodotta e ideata dal padre del Saturday Night Live la serie diverte. Alla fine non è troppo irriverente, religiosamente parlando.

Il centro della questione è quella fragilità esistenziale che ci caratterizza tutti e che diventa ancora più evidente se amplificata dall'idea di eternità.

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