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La femmina? Inferiore all'uomo: il lato sessista di Charles Darwin

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La femmina? Inferiore all'uomo: il lato sessista di Charles Darwin

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La questione, in effetti, crea imbarazzo. Ma come, Charles Darwin, lo scienziato che ha dimostrato che deriviamo dalle scimmie, pensa che le donne siano delle galline? Proprio così. Prendete The Descent of Man, il sequel datato 1871 de L'origine delle specie. «Il potere mentale medio dell'uomo è superiore a quello delle donne». Si dirà, è questione di educazione, di opportunità intellettuali. Macché, replica Darwin, «l'attuale diseguaglianza delle qualità mentali tra i sessi non potrebbe essere annientata da una eguale educazione». Sì. Darwin era sessista. Sposato a una donna di raffinata intelligenza, Emma Wegwood, che gli diede otto figli e gli permise di girare il globo, Darwin riteneva che le femmine stessero bene lì dove stavano, a cucinare e far bebè.

L'epistolario Darwin and Women (Cambridge University Press, pagg. 298, sterline 29.99), che s'inserisce nel ciclopico «Darwin Correspondence Project» (www.darwinproject.ac.uk), creato dall'università inglese con l'idea di mettere a disposizione l'intero epistolario (15mila fogli) dello scienziato entro il 2022 siano strabenedetti i cittadini di sua Maestà: perché da noi non accadono cose simili con le lettere di Manzoni, di Leopardi, di Verga... ha l'evidente intenzione di riabilitare Darwin. Lo ammette la curatrice del tomo, Samantha Evans: «A leggere come lo scienziato si rivolge alle donne che gli scrivono, pare incredibile che non le considerasse sufficientemente forti o intelligenti». Darwin si scambia una quindicina di lettere con Mary Treat, una entomologa americana, dialoga con Lydia Backer, biologa per diletto e femminista convinta, stimola Arabella Buckley a occuparsi di scienza. Quando Caroline Augusta Kennard, imprenditrice di Boston, antischiavista e emancipata, gli chiede di spiegare meglio le sue teorie sessiste, lo scienziato non retrocede di un passo. «Se le donne sono generalmente superiori all'uomo per qualità morali, sono inferiori riguardo all'intelletto; e mi pare molto difficile, per le leggi dell'ereditarietà, che esse possano eguagliare l'intelletto dell'uomo». L'unica speranza per le donne di smussare la connaturata inferiorità sarebbe lavorare. Ma questo scombinerebbe «l'educazione dei nostri figli, la felicità delle nostre case». Insomma, per lo scienziato le donne sono l'architrave della società.

Basta che stiano a casa a badare ai pupi.

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