Cultura e Spettacoli

Festival di Roma, Marco Müller direttore per sponsorizzare l'Italia

La nomina di Marco Müller a direttore del Festival è puro contrappasso, per sponsorizzare il prodotto italiano

Complice la crisi, il Festival di Venezia ha fatto un po’ fetecchia, tra film d’autore rarefatti, assenza dei giovani al Lido e mancanza di glamour. Tra l’altro, il fatto che il Leone d’oro sia andato al coreano Kim-Ki-Duk (“Pietà”) ha irritato non poco la filiera del cinema: come mai festival europei prestigiosi, come quelli di Cannes e di Berlino, spingono i propri prodotti nazionali, senza remore, preconcetti o pregiudizi da Provincia dell’Impero, mentre noi non riusciamo a promuovere nulla di nostro? Nel primo anno d’assenza di Mueller, poi, noto promoter del comparto asiatico…

Sicchè, è puro contrappasso che adesso Marco Müller, il nuovo direttore del Festival di Roma (9-17 novembre),la cui nomina è sotto i riflettori e in perenne contrapposizione con Alberto Barbera,boss del Lido, si muova proprio per sponsorizzare al massimo il prodotto italiano. A presiedere la giuria di Prospettive Italia, il nuovo concorso del Festival capitolino che fa il punto sulle ultime tendenze tricolori, arriva Francesco Bruni,noto al grande pubblico per aver firmato “Scialla!(stai sereno)”, film d’esordio davvero innovativo, che è andato bene al box-office. Sicuramente Bruni, sceneggiatore, tra l’altro, di tutti i film di Paolo Virzì (compreso l’ultimo, “Tutti i santi giorni”, in uscita a ottobre) e di serie tv popolari come “Il Commissario Montalbano” e “Il Commissario De Luca”, porrà la giusta attenzione a quanto uscirà da Prospettive Italia. Tale nuova sezione aprirà i giochi con “Carlo!”, film-ritratto diretto da Fabio Ferzetti e Gianfranco Giugni e dedicato a Carlo Verdone e alla sua vita familiare e creativa. Ecco un altro contrappasso, degno di nota: se a Venezia si è tolta di mezzo la sezione Controcampo italiano, a Roma si farà focus proprio sulla creatività dei nostri autori. Ad affiancare Bruni, nel compito di scrutinare le migliori pellicole, ci saranno: l’iraniano Babak Karimi, Orso d’Argento come miglior attore per “Una separazione” di Ashgar Farhadi, nonché montatore e curatore dei dialoghi in italiano dei film di Kiarostami, Makhmalbaf, Panahi; la veneziana Anna Negri, regista di “Riprendimi” e scrittrice, che ha raccontato il suo esser figlia dell’attivista politico Toni Negri nel libro “Con un piede impigliato nella storia”, la cinese Zhao Tao, attrice, giornalista e produttrice, David di Donatello con “Io sono Li” (2011). Accanto al responsabile del Comitato di selezione e del coordinamento con le altre sezioni competitive, massimo Galimberti, Cecilia Ermini, Annamaria Licciardello e Jacopo Mosca.

Nella guerra tra il Lido e l’Auditorium (perché di guerra si tratta: la recente passeggiata di Marco Müller a Venezia è servita solo a constatare de visu come sta affondando la rassegna, diretta da Barbera), la mossa vincente è aver piazzato la kermesse romana prima dell’American Film Market (31 Ottobre-7 Novembre). “Roma è sempre esistita come luogo d’incontro, come rendez-vous, però veniva sempre troppo prima dell’American Film Market e la gente era troppo indaffarata per prenderla seriamente in considerazione. Vogliamo creare lo spazio necessario intorno all’evento e al mercato”, dice Müller. Così il Festival di Roma quest’anno si svolgerà dopo il Festival di Londra, che finisce il 21 ottobre, attraendo i 400 buyers nordamericani, pronti a volare nella Città Eterna dalla capitale britannica. Müller, attualmente a Pechino per selezionare – sul filo di lana- nuovi titoli da mettere in concorso, sostiene che gli studios americani gli hanno già dato “una risposta forte”. In attesa di svelare i titoli di punta del Festival romano, la nomina di Bruni pare una buona premessa per rilanciare l’industria cinematografica nazionale in affanno.

E sotto schiaffo anche nella corsa all’Oscar.

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