Cultura e Spettacoli

Il film del weekend: "Into the Woods"

La Disney dà alle sale un riuscito connubio tra fiaba e musical, con un cast superbo al servizio di un messaggio "adulto" e onesto.

Il film del weekend: "Into the Woods"

Il regista Rob Marshall, già premio Oscar per "Chicago", si cimenta di nuovo nella trasposizione cinematografica di un musical di Broadway, stavolta targato Stephen Sondheim e best-seller teatrale dall'87. In "Into the Woods", questo il titolo della pellicola, alcune delle favole più celebri dei fratelli Grimm, come Cenerentola, Raperonzolo e Cappuccetto Rosso, vengono intrecciate e legate assieme in una nuova storia, quella di un fornaio e di sua moglie (James Corden e Emily Blunt) che, per avere un figlio, stringono un accordo con una strega (Meryl Streep). Si tratta di un film musicale che piacerà anche a chi non ama il genere: le parti cantate sono molto orecchiabili e, a volte, divertenti; naturalmente sono in lingua inglese e sottotitolate in italiano perché doppiarle sarebbe stato un sacrilegio. Il bosco del titolo, luogo labirintico e pieno di tentazioni, non è solo lo spazio fisico in cui si incontrano i protagonisti delle diverse vicende, ma anche la rappresentazione della confusione psicologica di chiunque abbia da scegliere una strada, nonché l'occasione esistenziale di chi si trovi a perdere in innocenza acquisendo in saggezza e consapevolezza. Il film rivisita le fiabe classiche sposando in alcuni momenti lo stile dissacrante di "Shrek" e dando allo spettatore la possibilità di sbirciare cosa accade dopo il fantomatico "e vissero felici e contenti", soprattutto nel caso di Cenerentola, qui interpretata da Anna Kendrick. L'intero cast è superbo. Meryl Streep, nei panni della strega in cerca della perduta giovinezza, ottiene la sua diciannovesima candidatura agli Oscar ed è una spanna sopra agli altri in termini di carisma. Quanto a bravura le tiene testa il piccolo Daniel Huttlestone, già ammirato in 'Les Miserables' nel ruolo di Gavroche, che qui impersona Jack dell'omonima fiaba dei fagioli magici. Assolutamente perfetta come Cappuccetto Rosso l'esordiente Lilla Crawford che, per Lupo, ha un Johnny Depp che finalmente troviamo in versione macchietta senza apparire per questo fuori luogo.

La visione è piacevolissima per la maggior parte del tempo ma purtroppo si è rischiato di rovinare un'opera già complessa decidendo di allungarla all'inverosimile: il terzo atto, con l'entrata in scena di una gigantessa, diventa un patchwork di cose già viste e finite fuori controllo.

Per essere intrattenimento per famiglie, i toni sono un po' dark e i colpi di scena assai coraggiosi visto che anziché derivare da interventi magici riguardano bassezze umane molto realistiche come la codardia, le bugie e il tradimento. Guai però a pensare siano episodi diseducativi perché, sembra dirci "Into the Woods", farebbe danni maggiori lasciar credere ai più piccoli che "i buoni" non abbiano difetti. Il film mostra che non esistono vie più giuste di altre in direzione della felicità e, soprattutto, che nessuna di esse garantisce la messa al riparo da sbagli e sofferenza; mette in guardia sulle conseguenze che i sogni possono avere a livello inconscio sulla nostra vita; ci rammenta che dobbiamo valutare bene le conseguenze a lungo termine dei nostri desideri e che nessuna fiaba sopravvive uguale a se stessa calata nel quotidiano. La Disney, nel distribuire un film dotato di cotanto messaggio, pare quasi volersi rimangiare certe illusorie "verità assolute" propinate a generazioni di bambini e fare un "mea culpa", assai tardivo e ironico a dire il vero, per aver perpetrato per decenni miti mendaci come quello del principe azzurro. Di sicuro il gesto è audace e apprezzabile.

Auguriamoci sia anche utile.

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