Cultura e Spettacoli

Fiorello, il crimine è tuo. Gli orologi del diavolo segnano l'ora dell'azione

Beppe nel primo ruolo tutto fisico e adrenalina "Mi sono infiltrato tra boss spagnoli della droga"

Fiorello, il crimine è tuo. Gli orologi del diavolo segnano l'ora dell'azione

Saranno i capelli ingrigiti («Che non tingo»), sarà il modello Tom Cruise («Che non emulo»): fatto sta che grazie a Gli orologi del diavolo la serie del suo ritorno su Raiuno, da lunedì 2 per quattro serate - Beppe Fiorello fiero d'aver afferrato il suo primo, vero ruolo action. «Uno di quelli in cui l'adrenalina va a mille e i colpi di scena si susseguono», si entusiasma. E in cui il cinquantenne divo tv fin qui amatissimo soprattutto nei panni di eroi dell'impegno civile, o di icone pop - si lancia per la prima volta in spericolate scene d'azione. «Senza controfigura» precisa, orgoglioso. La serratissima fiction, una coproduzione italo-spagnola diretta da Alessandro Angelini, e interpretata con Claudia Pandolfi e Nicole Grimaudo, racconta infatti l'incredibile storia vera di Gianfranco Franciosi (da lui svelata, con Federico Ruffo, nell'omonimo libro): «Quella di un abile motorista nautico che, per conto della polizia, accetta d'infiltrarsi nei traffici di alcuni boss della droga spagnoli. Conduce così una doppia vita: costretto a mentire tanto alla moglie quanto ai colleghi criminali. Ma un giorno viene arrestato; e poiché la polizia non interviene a scagionarlo, è costretto ad otto mesi di prigione per non compromettersi con i boss. E tornato in libertà non saprà più in che direzione andare». Per risultare credibile come motoscafista Fiorello ha preso lezioni direttamente da Franciosi: «Nel mio percorso di attore popolare non avevo mai interpretato un ruolo così fisico. Volevo acquisire la sua stessa corporeità; imparare a guidare il suo motoscafo Scarab, un modello anni 90 velocissimo ma dai comandi duri. Mi ci sono divertito come un pazzo. E ne sono uscito distrutto». L'attore non teme di confessare che, «arrivato alla diciassettesima settimana di riprese, ho pianto dalla fatica. Come diceva Gassman questo è un mestiere da atleti». Fortuna che, ad alleggerire la tensione sul set, ha provveduto il buonumore delle colleghe Pandolfi e Grimaudo: «Un giornale ha titolato: Nell'inferno della fiction la Pandolfi mi ha fatto tornare il sorriso. Un tantino eccessivo, se vogliamo. Ma esatto». E com'è andata che Beppe Fiorello è riuscito a fare lo spericolato solo arrivando al giro di boa dei cinquant'anni? «Volevo fingere che il tempo non passa», scherza. Ma poi, riflettendo: «Il genere crime non è frequentatissimo da Raiuno. Mi piaceva l'idea di metterla un po' più in linea con quel che succede nel mondo».

Accanto al suo, altri due personaggi autentici. Quello della prima moglie del protagonista, interpretata da Nicole Grimaudo: «Lei e lui si amano fin da ragazzi. Ma la vita di menzogna cui lui è costretto finirà per trasformarlo, e distruggerà il loro rapporto». E il secondo amore, affidato a Claudia Pandolfi: «Una donna che come lui la vita ha reso confusa, incerta. E che come lui ha bisogno di recuperare sicurezza, solidità». Più familiare alle abitudini interpretative di Beppe Fiorello l'altro tema portante de Gli orologi del diavolo. «Questa è anche la storia fedelissima alla realtà - di un collaboratore di giustizia». L'unica differenza tra l'originale e il suo interprete? «Quando Franciosi s'imbarcò in quest'incredibile avventura aveva solo 25 anni. L'incoscienza dell'età gli ha impedito di rendersi conto fino in fondo in che cosa andava ad infilarsi». Non a caso le implicazioni emotive e morali di questa storia sono molteplici: «Franciosi mi ha confessato che c'è stato un momento anche se solo un momento - in cui ha provato attrazione per la vita che quei criminali gli avrebbe garantito. Così come ha ammesso il rapporto umano che, nonostante tutto, aveva instaurato col capo dei boss». La prossima apparizione tv di Beppe Fiorello infine - dovrebbe riportarlo a tematiche d'impegno civile: si tratta della discussa fiction sul sindaco di Riace, Tutto il mondo è paese, da due anni sospesa dalla Rai causa l'iter giudiziario del sindaco Lucano.

«La notizia che sarebbe stata messa in onda a novembre era falsa sospira l'attore - E ancora non so quando lo sarà».

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