Cultura e Spettacoli

Quella folle invettiva contro la cultura del folle Emilio Villa

L'indignazione è l'estasi della letteratura. Nel 1978 non ce la fa più. In una foto dell'epoca, modestamente pingue, viso di piombo, da rivoluzionario messicano, guarda, severo, il vuoto.

Quella folle invettiva contro la cultura del folle Emilio Villa

Ascolta ora: "Quella folle invettiva contro la cultura del folle Emilio Villa"

Quella folle invettiva contro la cultura del folle Emilio Villa

00:00 / 00:00
100 %

L'indignazione è l'estasi della letteratura. Nel 1978 non ce la fa più. In una foto dell'epoca, modestamente pingue, viso di piombo, da rivoluzionario messicano, guarda, severo, il vuoto. Pare avercela pure con l'aria. Emilio Villa (1914-2003), quel giorno, ha 64 anni e ha fatto di tutto. Ha diretto riviste, a Roma e in Brasile: Habitat, O Nivel, Ex. Ha determinato le sorti dell'arte contemporanea tramite una muscolare attività critica. Ha costruito disordinatamente una avanguardia poetica assoluta, assolutamente misantropa (di fronte a cui sbiadiscono i chicchirichì del Gruppo 63, di fronte a cui impallidiva Andrea Zanzotto, che definiva Villa «presente e inafferrabile». Soprattutto ci ha dato la più bella traduzione italiana dell'Odissea circola ancora, edita da Feltrinelli e ha tradotto tutta la Bibbia, per sé, riconducendo, con furia prometeica, il detto biblico alla sua matrice originaria, egizia, accadica, sumera (fino a dire, per dire, del Cantico dei cantici che «sembra trattarsi di un testo non ebraico, ma possibilmente di origine ammonea»).

Compagno di scuola di Giancarlo Vigorelli a Milano, amico di Mario Luzi a Firenze, riparato a casa di Bino Samminiatelli durante la Repubblica di Salò, Villa ha trafficato nella Bibbia («la storia del dolore e della miseria di un popolo come smarrito nelle aule della propria memoria immaginaria») per tutta la vita, lasciando il suo lavoro pressoché del tutto inedito, ragion per cui viene «arruolato» come consulente storico per il salsicciotto biblico di John Huston, La Bibbia.

Beh, nel 1978 Emilio Villa, maestro impagabile, intellettuale sfrenato, che in un Paese civile dirigerebbe una università, s'è rotto le scatole. Piglia carta e penna e con la sua scrittura cuneiforme, per «una ristretta cerchia di amici ritenuti compartecipi dello sdegno dello scrivente» (così Aldo Tagliaferri, esegeta maximo di Villa), verga La danza dei cadaveri. La fiera dei venduti, un piccolo capolavoro della crudeltà risorto dalla mole delle carte villiane da Tagliaferri, custodito insieme ad altro materiale nell'Archimuseo Adriano Accattino di Ivrea e ora pubblicato in affascinante edizione dalla De Piante Editore (pagg. 24, euro 30; info: www.depianteditore.it; copertina d'artista di Alessandro Busci), un libro fuori dai canoni che sarebbe piaciuto tanto a Villa. Nel testo, con verve apocalittica, rifacendosi a un genere letterario nobilissimo lo sfottò pubblico, l'operetta denigratoria, praticata dalla profezia biblica fino alle invettive di Céline Villa se la piglia con i «mercanti premiaioli intrallazzatori di ministeri, di cattedre, di sedie, di editoria, di assessorati», contro i «dediti alle perorazioni alle idolatrie, alle leccaculatorie giaculatorie eiaculatorie alle superfetazioni», contro i «travestiti poetici, travestiti da poeti», contro i «pisciatori di volumi, pisciavolumoni», contro tutto e tutti, il mercato dell'arte e quello editoriale, gli intellettuali nostrani, galletti da macellare, gli scrittori asserviti, i poeti del blabla...

La rabbia di Villa gorgoglia, l'odio ribolle in neologismi, l'ingiuria diventa scintillio linguistico. Ma lui, Villa, resta inafferrabile. Autore di un'opera disseminata in centinaia di plaquette ed edizioni d'arte, introvabili, coltivando con malizia il caos, praticando la dissipazione come precetto etico. «Filologia storia critica burocrazia quando vi metteranno le mani, paralitiche, troveranno soltanto il nostro provocatorio, illimite, Niente», aveva scritto, d'altronde, questo sapiente caustico.

Il libro di Emilio Villa La danza dei cadaveri.

La fiera dei venduti (De Piante Editore) sarà presentato oggi alla Biblioteca Ambrosiana, a Milano (ore 17,30).

Commenti