Cultura e Spettacoli

La Formula 3 del pop: «Siamo diventati una band»

Esce un doppio cd con il concerto di Nek, Pezzali e Renga. E partono progetti futuri: "Potrebbe nascere un format tv"

La Formula 3 del pop:  «Siamo diventati una band»

Intanto esce un disco dal vivo, che si intitola appunto Il disco, e celebra il trio che qualcuno pensava fallisse: Max Pezzali, Nek e Francesco Renga. Sono decine di canzoni dal vivo, registrate a Torino e capaci di fotografare un evento del pop che non ha retroscena: tre cantanti di grande successo hanno messo da parte il proprio ego e cantano insieme una serie infinita di successi, da Hanno ucciso l'Uomo Ragno a L'universo tranne noi passando per Angelo e Laura non c'è. «Il nostro pubblico è contiguo, raccoglie tre generazioni e durante i concerti ognuno canta dall'inizio alla fine», spiegano loro tre che ormai hanno inventato un format (che potrebbe pure diventare televisivo).

In sostanza, si divertono, cazzeggiano, fanno battute, si scambiano i successi, entusiasmano le platee (ballano tutti, vedere per credere). Potrebbe sembrare strano, eppure nel mondo solipsistico e autoriferito del pop italiano qualche volta accade. «Max è un diesel, parte a rilento», dice Renga. «Renga sul palco fa il piacione, noi dobbiamo soffrire», scherza Nek. «Il lato più difficile è provare a non fare casino sui brani degli altri due» aggiunge Pezzali, che è il più vecchio d'età ma anche quello che ha sempre ammesso «di essere molto meno bravo a cantare di loro due».

Tutti insieme, però, dopo aver fatto un bel po' di concerti dal vivo (e una ospitata al Festival di Sanremo), ora riconoscono che «pensare di tornare a fare dischi e tour da soli ci preoccupa un po', ormai siamo diventati una band che si misura sul palco sera dopo sera». «È stato un bell'esercizio per l'ego di ciascuno di noi, lavorare in questo modo aiuta a riscoprire il lavoro di squadra, dovrò abituarmi per bene quando ritornerò alla vita da solista» riassume Nek che dà l'impressione di essere il più preciso dei tre, senza dubbio quello che ha la metrica e il tempo nel sangue (da buon bassista). In ogni caso, l'esperimento funziona e a confermarlo c'è un lungo elenco di «sold out» più o meno annunciati fino al termine di aprile e un tris di concerti importanti annunciati proprio ieri: dopo l'Arena di Verona il 28 aprile, saranno al Collisioni di Barolo il 30 giugno, il 13 luglio al Moon&Stars Festival di Locarno e il 14 luglio al Lucca Summer Festival.

Insieme, loro tre confermano non soltanto la possibilità di superare gli egoismi di carriera soliste di grande successo, ma anche la fine probabilmente definitiva degli steccati che fino a poco fa dividevano artisti e generi musicali: «Negli States, Kanye West e Bon Iver vanno in tour insieme, quasi a certificare che siamo in un'altra epoca». In più, a far la differenza, in questo caso c'è un'intesa difficilmente riscontrabile in altri contesti. Tre artisti più o meno cinquantenni che inanellano una quantità impressionante di brani da primo posto in classifica e se li scambiano dal vivo, li cantano insieme, li modificano o li enfatizzano secondo le esigenze. «In un brano, io suono soltanto il basso, sono un gregario», dice Nek. «Sì, nel mio Guardami amore, ma sapeste quanto ce lo fa pesare», chiosa sorridendo Renga, che nel trio è forse quello più rock. Pezzali è il bravo ragazzo inevitabilmente nerd e Filippo Nek Neviani è il buon pater familias che prova a mettere ordine nel caos gioioso e creativo di un tour nettamente diverso da quello di altri terzetti o quartetti famosi degli ultimi vent'anni. Meno formalismo. Più divertimento.

La sensazione è che il minimo comun denominatore sia l'inedito «prendersi sul serio il meno possibile», evitando quindi le ritualità legate all'ordine di apparizione o alla rigida compilazione della scaletta. «Però lui sul palco qualche volta dice le parolacce», giochicchia Renga con Nek che, sconsolato e sincero, ammette sorridendo l'inconveniente. Però rimane il fatto che questi tre (quasi) coetanei ormai si sono inventati una formula cui sarà difficile rinunciare.

E difatti, nei prossimi dischi solisti, potrebbe accadere che ci siano partecipazioni e «invasioni» reciproche: «È un'idea», dicono loro tre, come al solito sorridendo, come al solito trasformando in una gag anche la più innocente delle rivelazioni.

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