Cultura e Spettacoli

Fotogrammi di un'esistenza sempre in scena

Il primo film di Anita Ekberg fu - non accreditata nei titoli - L'avventuriero della Louisiana di Rudolph Maté (1953). L'ultimo Il nano rosso di Yvan Le Moine (1998). In mezzo, una vita da cinema.

CHE MISS! La Ekberg giunse al grande schermo dopo il titolo di Miss Svezia, vinto con prorompente bellezza, a soli 19 anni, nel 1950.

THE ICE-BERG A Hollywood la chiamavano «The Iceberg», un gioco di parole sul suo nome, Ekberg. I produttori cercavano di collocarla tra il cliché della bellezza impossibile (biondissima, seno grande, gambe lunghe, occhi gelidi) e quello della donna da chiedere (invano) in moglie.

SCENA CULTO La dolce vita , film che segnò un'epoca e la vita stessa della Ekberg, fu girato a Roma nel '59. Fu quasi tutto ricostruito in studio, compresa Via Veneto. Ad eccezione, però, della scena della Fontana di Trevi. Le riprese durarono cinque mesi e in città furono esse stesse un evento mediatico, ancor prima che il film uscisse.

PALME E OSCAR La dolce vita fu scritto da Fellini con Ennio Flaiano, Tullio Pinelli, Brunello Rondi e forse un contributo di Pier Paolo Pasolini: conquistò la Palma d'Oro e fu candidato all'Oscar, ma vinse solo quello per i costumi firmati da Piero Gherardi.

L'AMORE CON AGNELLI Dopo i matrimoni sbagliati e le storie americane, il grande amore della Ekberg fu Gianni Agnelli. Lei ammise la relazione solo dopo la scomparsa dell'Avvocato, nel 2003. L'attrice rimase sempre innamorata di lui, e non risparmiò battutine sulla moglie Marella: «Era un uomo affascinante e pieno di charme. Ma la moglie... Non l'ho mai conosciuta, per carità, ma una donna che non si occupa dei figli...».

«MAIALE ITALIANO» Si dice che, però, l'Avvocato non ricambiasse del tutto l'amore di lei. Ad Anita è attribuita la frase, che sembra tolta dalla Dolce vita , «Tu non ama me, tu maiale italiano, io non ti ama più».

IRREPRENSIBILE Dino Risi riferiva una celebre battuta dell'attrice, che non si sa se sia vera o leggenda. Questa. Richiesta, su un famoso set di Fellini, di “tirare su” lo stressato maestro, l'attrice replicò: «Io no interessata a pompetto!».

ANIMALISTA DOC Come Brigitte Bardot, la Ekberg, soprattutto nell'ultima fase della sua vita, fu una convinta animalista. In un'intervista disse: «Vorrei due milioni di dollari. Per fare cosa? Prima di tutto per aiutare gli animali abbandonati. Hanno bisogno più dei bambini, perché i bambini hanno quasi sempre un padre e una madre, mentre gli animali no».

STRACULT Tra i B-movie della Ekberg degli anni '70 e '80: Casa d'appuntamento con Barbara Bouchet; il cultissimo Suor omicidi di Giulio Berruti, grassa e cattiva; Cicciabomba , sexy star con Donatella Rettore (c'era persino Paola Borboni); l'erotichello La dolce pelle di Angela con Michela Miti; Cattive ragazze di Marina Lante Della Rovere (!) a fianco di Eva Grimaldi e Florence Guerin. Il cinema è cinema.

PLAYMEN Nel 1979, a 58 anni, posa per una copertina di Playmen dove appare visibilmente ingrassata.

IL CINEMA È UN TRUCCO Ricorda la regista Wilma Labate, che la diresse in Ambrogio (1992): «Forse perché veniva dal cinema di serie A degli anni '60, ma voleva che la si truccasse con un trucco old style , che mettesse in evidenza i suoi stupendi occhi».

DIVA D'ANTAN Ancora al suo ultimo red carpet, al Festival di Roma del 2010, alla prima della proiezione de La dolce vita restaurato, Anita Ekberg fu divissima: il suo fu un vero e proprio show, tra applausi dei fotografi e standing ovation dei presenti in sala che lei, con stupore, ricambiò con un «Allora vi ricordate ancora di me!».

TANTO CHARME, POCHI SOLDI Negli ultimi anni la Ekberg conobbe rovesci finanziari che la costrinsero a chiedere il sussidio pubblico. Chiese aiuto anche alla Fondazione Fellini. Ma con pochi risultati.

CARATTERACCIO, MA BUONA L'attrice non aveva parenti in Italia e nessun compagno di vita da tanto tempo. Era in contatto con una nipote in Svezia. A Genzano, ormai su una sedia a rotelle, era assistita da diversi anni da una signora, Anna Maria Attanasio.

La quale ieri l'ha ricordata così: «Anita Ekberg era una donna dal carattere forte ma buono».

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