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Le fiction prodotte dalla Rai non sempre sono dei capolavori. Questo vale soprattutto per il genere poliziesco-noir. Spesso perdono il confronto con i prodotti made in Usa. Ma La porta rossa - che andrà in onda dal 22 febbraio su Raidue alle 21,20 - a giudicare dalla prima puntata è un gran bel prodotto. C'è una trama costruita bene, a firma Carlo Lucarelli e Giampiero Rigosi. Tutto si svolge a Trieste, a partire dal ritrovamento del cadavere del commissario Leonardo Cagliostro. Un lungo flash back aiuta il pubblico a farsi un'idea di chi fosse questo poliziotto dai modi spicci e poco diplomatici. In piena crisi con la moglie, il procuratore aggiunto Anna Mayer (interpretato da Gabriella Pession), era deciso ad arrestare uno spacciatore noto come «il messicano». Nessuno gli aveva dato corda e Cagliostro aveva deciso di far da solo ma qualcosa era andato storto... Ma che cosa? Ed è qui che la storia svolta, perché a chiederselo non sono soltanto i colleghi superstiti e la moglie Anna, ma anche il fantasma di Cagliostro (interpretato dal bravissimo Lino Guanciale). Solo che è difficile indagare da morti se nessuno ti sente o ti vede, a parte una ragazzina, Vanessa, con poteri medianici. Dire di più sarebbe far torto allo spettatore. Ma, a parte la trama, è convincete la regia di Carmine Elia, bravo anche a trasformare Trieste in uno sfondo gotico e ancor di più la colonna sonora. Insomma, non sarà una serie di culto iper raffinata, ma si fa guardare volentieri e tiene tranquillamente il passo di molti crime prodotti all'estero (un po' legnosa soltanto l'interpretazione degli attori più giovani).

Speriamo tenga anche alla distanza.

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