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Arriva su Netflix, da questo venerdì, un nuovo eroe Marvel. Questa volta si tratta di Iron Fist le cui avventure vengono raccontate nell'omonima serie di 13 episodi. Iron Fist non è forse uno degli eroi più noti del pantheon fantaeroico della Marvel. Ma ha un suo zoccolo duro di fan. Il personaggio originale è stato inventato negli anni '70 da Roy Thomas e Gil Kane. L'ispirazione per questo picchiatore dal pugno potentissimo era venuta dai film, all'epoca in auge, sulle arti marziali cinesi (roba in stile Bruce Lee per intenderci).

La versione televisiva sviluppata dallo sceneggiatore Scott Buck segue il filone di tutte le altre fiction prodotte da Marvel Television e messe in streaming su Netflix: ovvero una ambientazione realistica e in parte smitizzante. Si passa dai colori saturi delle tavole a uno sfondo urbano che amalgama la serie a Daredevil, Jessica Jones e Luke Cage. Per il resto la trama rispetta abbastanza fedelmente l'originale: Danny Rand (interpretato da Finn Jones) arriva a New York con solo uno zaino e male in arnese. Nessuno crede che lui sia l'unico erede della famiglia Rand, azionista di maggioranza della Rand Incorporated, e Danny è costretto a sfruttare le arti marziali per cavarsela (solo dopo arriveranno i cattivi). Intanto la sua storia si palesa in flashback: quando aveva 12 anni, l'aereo su cui viaggiava con i genitori si schiantò sull'Himalaya, e il piccolo Danny fu salvato dai monaci guerrieri della mistica città di K'un L'un. Lì si è sottoposto a un duro allenamento che lo porta a diventare Iron Fist. Però non è questa parte fantasy a indebolire la serie. Semmai il suo decollo molto lento.

Troppe parole troppo pochi cazzottoni.

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