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Volete vedere all'opera la banalità del male, per citare Hannah Arendt? Allora domenica sera alle 21 andate su Giallo (canale 38 del digitale terrestre e 144 di Sky) e guardate Rillington Place, miniserie prodotta dalla Bbc e interpretata da Tim Roth. Roth, con una interpretazione davvero da brividi, porta sullo schermo le vicende di uno dei più famosi serial killer inglesi: John Reginald Christie (1899-1953). Christie era un omino anodino, precocemente calvo e sposato con una signora mite e paffutella, Ethel. Aveva avuto un passato da criminale di mezza tacca ma sembrava aver messo la testa a posto proprio poco prima dell'idea di trasferirsi nella piccola casa di Rillington Place, al numero 10, con la consorte.

Beh era solo un fragile guscio di rispettabilità piccolo borghese. Christie soffriva di gravi disturbi sessuali e di personalità. Iniziò con il violentare e l'uccidere una prostituta e non si fermò più. Anche la sua vicina Beryl Evans e la figlia Geraldine finirono nel novero delle sue vittime. Ma a venir condannato per questo crimine fuTimothy Evans, il marito della donna. Che finì impiccato nel 1950. Solo nel 1953 si scoprì invece la catena di delitti commessi da Christie, il quale, nel frattempo, aveva ucciso anche la moglie Ethel. A quel punto a finire sul patibolo fu questo ometto con l'aria dimessa e insospettabile. Però per il povero Evans era ormai troppo tardi e le polemiche portarono all'abolizione della pena di morte nel Regno unito. Rillington Place vi fa rivivere tutta la vicenda.

Inutile dire che Roth è un maestro della recitazione e la realizzazione Bbc perfetta sia per ambienti che per scenografie.

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