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Era un bel po' che non si presentava una fiction a tema spy story ben fatta. Lo è Berlin Station disponibile su Timvision. La trama è realistica e senza troppi fronzoli in stile 007. Daniel Miller (interpretato da Richard Armitage) è un analista della Cia. Vista la sua esperienza viene trasferito in fretta e furia alla stazione operativa di Berlino, ovviamente sotto copertura. Il suo vero compito sarà quello di risalire alla vera identità di un misterioso personaggio conosciuto come Thomas Shaw. Il signor Shaw non è infatti molto amato a Langley (la sede centrale della Cia). Da quelle parti si ritiene infatti, che sia lui la fonte di una fuga di informazioni riservate, quanto mai inbarazzante. Basti dire che una delle sue soffiate provoca l'espulsione di uno degli agenti statunitensi dalla capitale tedesca. E che è già partita una complessa caccia all'uomo: il primo Paese che riuscirà ad identificare e catturare Thomas Shaw, infatti, potrà avere accesso a un bel gruzzoletto di segreti della Central Intelligence Agency.

Come si vede la trama occhieggia, neanche tanto velatamente, a episodi di cronaca come il famoso caso Edward Snowden. Ma si snoda bene grazie all'idea iniziale di Olen Steinhauer (l'autore del bestseller The Tourist) e al lavoro di uno sceneggiatore e showrunner che di spie se ne intende come Bradford Winters (ha sceneggiato anche i cattivissimi agenti russi di The Americans). Non male anche l'interpretazione di Richard Armitage, certo dovete farci un po' l'abitudine. In caso contrario continuerete a non capire cosa ci fa il Thorin scudo di quercia de Lo Hobbit a Berlino.

Ma sono i rischi inevitabili delle parti di successo.

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