Cultura e Spettacoli

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Alla fine ci sono due modi di vedere la faccenda. Bicchiere mezzo vuoto: quando le idee mancano, il remake diventa la panacea (facile e sbrigativa) a ogni problema. Bicchiere mezzo pieno: la storia del cinema è piena di capolavori che sfruttando il format lungo delle serie televisive possono essere portati a nuova vita. Comunque la si veda negli ultimi tempi il piccolo schermo è stato invaso da rifacimenti di ogni tipo. Con esiti qualitativi molto altalenanti (ad esempio Westworld è indubbiamente bellissima).

Neanche il capolavoro del 1975 di Peter Weir, Picnic ad Hanging Rock (tratto dall'omonimo romanzo di Joan Lindsay), è sfuggito alla metamorfosi. È diventato una serie tv (6 puntate) che ha debuttato a inizio maggio sul canale australiano Foxtel e che sarà visibile in Italia su Sky Atlantic dal 5 giugno. Il canovaccio del libro e della pellicola è riproposto fedelmente dalla serie. Giorno di San Valentino del 1900, un gruppo di studentesse dell'elitario Appleyard College viene accompagnato dalle insegnanti all'annuale picnic sul massiccio di Hanging Rock. Alcune ragazze si allontano tra le rocce: tre di loro non faranno più ritorno ed una resterà in stato di shock incapace di raccontare cosa sia successo alle altre. Ad essere molto diverse sono le atmosfere. Quelle scelte da Weir erano atmosfere molto oniriche, quasi metafisiche. Al centro di tutto un mistero inspiegabile. Nella serie si sterza velocemente verso il thriller e l'esoterico va presto in soffitta. Per carità la narrazione funziona e se qualcuno non ha visto il film la troverà piacevole e basta (anche ben recitata).

Ma chi l'ha visto si sentirà un po' defraudato.

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