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Il lato oscuro del rap. Da lunedì 24 settembre alle 22 sbarcherà in Italia in prima visione su Crime+Investigation (Sky canale 119) la serie in sei episodi che racconta la storia dell'assassinio ancora insoluto di Tupac Shakur, controversa stella del rap della West Coast. Tupac: il caso è aperto segue infatti la riapertura del caso voluta dalla madre di Tupac, Afeni, poco prima di morire nel maggio scorso. Questo documentario, che però si guarda quasi come una fiction, racconta l'attività dell'avvocato Benjamin Crump che mette in piedi un team investigativo per ripercorrere la vita del rapper, ricostruisce l'omicidio, riesamina gli indizi, interroga vecchi e nuovi testimoni, va alla ricerca di prove per far luce sull'assassinio che sconvolse la scena musicale americana, interrompendo l'esplosiva carriera del giovane e controverso cantante. Tupac è stato infatti coinvolto in svariate faide tra rapper, spesso concluse a pistolettate. La notte fra il 7 e l'8 settembre 1996, Shakur a Las Vegas venne affiancato mentre era in auto da una Cadillac con a bordo un imprecisato numero di occupanti : da essa partirono 12 colpi contro Shakur in rapida successione. Venne portato in ospedale ma non ci fu niente da fare. La morte di Tupac portò ad una pacificazione tra rapper ma ormai tardiva. E le indagini vennero forse condotte con troppa superficialità. Il pregio principale del documentario è, però, soprattutto quello di rendere comprensibile ai più il mondo dei ghetti Usa e la loro violenza che, spesso, e forse non è strano, si trasforma in creatività musicale.

Una creatività che non ha salvato Tupac.

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