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Dopo il successo de La casa di carta è arrivata su Netflix una nuova serie spagnola. Si intitola Élite e ha tra i protagonisti anche alcuni attori già visti proprio ne La casa, ovvero (Miguel Herran, Jaime Lorente e Maria Pedraza). Élite conferma la buona salute delle nuove serie iberiche, che si caratterizzano per il ritmo deciso, una certa irriverenza e una certa libertà nel pigiare il pedale sulle scene sexy un po' alla Bigas Luna. Certo a volte manca la misura, e sembrano essere quasi un videoclip. Però è scusabile, almeno c'è la coscienza di essere un prodotto di consumo e la regia non si fa prendere la mano da un'autorialità stucchevole.

Quanto ad Élite è una sorta di teen-thriller a tinte forti (infatti è vietato ai minori di 14 anni) ambientato in una scuola superiore d'eccellenza per ragazzi ricchi. Tutta la vicenda, raccontata a rebour, parte quando tre studenti di una scuola normale che è crollata (i palazzinari ci sono anche in Spagna) vengo inviati in questa scuola d'eccellenza con una borsa di studio riparatoria. Uno dei nuovi arrivati è ragazzaccio un po' pasoliniano, uno un proletario diffidente verso il mondo dei ricchi, la terza ed ultima una ragazza musulmana che ha capito che la sua sola speranza di integrazione passa dal successo scolastico. Ovviamente il loro impatto con i ragazzi ricchi e privilegiati della scuola non è tra i più facili. E ci scappa il morto. E solo alla fine, come in Big little lies (se ne sente l'influenza diretta), si scoprirà il colpevole.

La trama è esagerata, più che un liceo sembra Sodoma e Gomorra, però se ci si fa prendere dal racconto, come con La casa di carta, funziona.

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