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Siete stufi, perdonate il gioco di parole, di serie fatte in serie? Allora date un'occhiata a un prodotto che viene dal Messico, la fiction horror, ma ironica, Diablero che trovate su Netflix.

Quest'anno con Le terrificanti avventure di Sabrina (sempre Netflix) demoni e streghe sono tornati a farci compagnia come ai tempi di Buffy l'ammazzavampiri. Però Sabrina, che pure piace molto ai teenager, è davvero un prodotto un po' stereotipo. Diablero, pur con degli effetti speciali a volte dall'aria molto casereccia, ha il pregio di trasportare lo spettatore in una ambientazione nuova per un racconto gotico, ovvero Città del Messico. La trama, tratta dal romanzo El Diablo me obligó, dello scrittore messicano Francisco Haghenbeck, non si discosta molto dai canoni del genere. Una ragazzina viene rapita da una forza demoniaca che si materializza nel periferico appartamento dove vive con la madre single, nonostante il disperato tentativo della donna di difenderla. Ridotta in fin di vita la ragazza madre chiama in ospedale padre Ramiro Ventura e gli confessa che in realtà la bambina è frutto di un loro peccato di gioventù. Il religioso a quel punto si vede costretto a contattare un cacciatore di demoni, il diablero del titolo, e si vede precipitato nel mondo del paranormale nel tentativo di salvare la piccola. Quello che conta però più che la trama è l'ordito. Diablero per ambientazione, dialoghi, richiami al vero mondo criminale messicano non fa mai respirare l'aria di stantio che c'è in altre serie. Per carità le otto puntate sono anche piene di imperfezioni.

Ma almeno è un prodotto nuovo e vivo, che può crescere.

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