Cultura e Spettacoli

«Gianni Boncompagni come un padre per me»

Giovanni Terzi

Artista eclettica e da nove anni mamma di Manfredi, il figlio avuto con Stefano Orfei Nones, Brigitta Boccoli non ha mai abbandonato il mondo dello spettacolo ed è da sempre alla ricerca di nuovi progetti capaci di stimolarla verso altrettanto nuove sfide professionali. Parla a ruota libera Brigitta e si commuove parlando di Gianni Boncompagni, che ricorda al presente come fosse ancora tra noi.

Cos'è per lei il Circo?

«Il Circo rappresenta al meglio ciò che sono io sia dal punto di vista artistico sia da quello umano; negli spettacoli circensi si cambia in continuazione, c'è dinamismo e ogni replica è diversa da quella del giorno precedente. Non amo la ripetitività, mi piace la spontaneità nel gesto artistico».

Ci sono stati artisti con cui ha lavorato che hanno mostrato questa capacità di «cambiare» copione?

«Mi viene in mente una persona in particolare, Gianfranco D'Angelo, con cui era impossibile annoiarsi: istrionico e camaleontico spesso modificava lo spettacolo in diretta».

C'è stato un periodo OFF della sua vita che vorrebbe raccontare?

«Da ragazzina ero particolarmente scapestrata, una testa calda che ha fatto vedere i sorci verdi ai miei genitori. Immaginare così mio figlio Manfredi a 17 anni mi fa tremare i polsi».

C'è una persona del mondo dello spettacolo che ha nel cuore e che considera il suo maestro?

«Gianni Boncompagni per me è stato come un padre sia artistico che personale; è stato un grande uomo affettuoso e attento alla mia crescita artistica. Quando dovevo uscire di casa e mia mamma non mi dava il permesso dicevo devo andare da Gianni e lui, pur raccomandandomi di fare attenzione, spesso mi copriva le spalle. Poi Lino Banfi, con cui ho esordito in televisione, è sempre molto protettivo nei miei confronti».

Il teatro?

«Tornerò a marzo dell'anno prossimo al Manzoni di Milano con una commedia assieme a Corrado Tedeschi».

E prima?

«A Natale assieme al Circo di Moira andrò a Napoli; sarà la prima volta nel capoluogo campano e sono molto emozionata. Conosco di quale affetto sono capaci i napoletani e questo è un motivo per preparare uno spettacolo in linea con le loro attese.

Alla fine il Circo è passione e la passione è la cifra umana dei napoletani».

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