Sanremo 2016

Giudici e allievi, la scuola dei talent si sfida sul palco

Da Morgan a Lorenzo Fragola, da Elio ad Annalisa, quest'anno coach ed ex principianti gareggiano uno contro l'altro

Giudici e allievi, la scuola dei talent si sfida sul palco

nostro inviato a Sanremo - Fateci caso: stasera inizia il primo Festival tra maestri e allievi. Tra coach e concorrenti. In sostanza chi ha fatto il giudice in un talent è in gara all'Ariston con chi ha giudicato. È una sorta di redde rationem del sistema pop degli ultimi anni, un crocevia inevitabile (e non per questo criticabile) di ciò che sta accadendo in Italia. Tanto per capirci, e andando in ordine alfabetico tra i concorrenti, Annalisa ha partecipato ad Amici, Arisa è stata coach a X Factor, Alessio Bernabei era il cantante dei Dear Jack lanciati da Amici ma qui corre da solista mentre i nuovi Dear Jack lo hanno sostituito con Leiner Riflessi che era in gara a X Factor. Di più: Deborah Iurato che ha vinto con merito il penultimo Amici presenta con Giovanni Caccamo uno dei brani più belli di questa edizione (nonché favorito dai bookmakers). E Francesca Michielin, sempre più sorprendente, è in gara allo stesso modo di Lorenzo Fragola, entrambi vincitori di X Factor al quale hanno partecipato come giudici sia Morgan (qui con i Bluvertigo in Semplicemente) che Enrico Ruggeri, che ne prese il posto nella quarta edizione di X Factor. Per non dire di Elio, anche lui in gara con Le Storie Tese con il fenomenale Vincere l'odio dopo essere andato e tornato da X Factor e aver perso per strada Rocco Tanica (in questa edizione del Festival) impegnato a fare incursioni in sala stampa. Infine Noemi, che è il vero corto circuito. Lanciata come concorrente da X Factor, è diventata giudice di The Voice e stavolta gioca da favorita al Festival con uno dei brani onestamente più belli: La borsa di una donna. E se si aggiunge anche Valerio Scanu, lanciato da Amici e vincitore del Festival, il quadro è completo. Giudici e giudicanti. Tutti a loro volta (ri)giudicati da altre giurie, che siano popolari, demoscopiche o di qualità. Insomma, a rimanere fuori da questo ritratto rimangono in pochi, almeno in questa sessantaseiesima edizione. Ad esempio Dolcenera che dopo Music Farm dieci anni fa ha iniziato un percorso pressoché indipendente. E Clementino e Rocco Hunt, rappers di estrazione napoletana. O Irene Fornaciari, vera incompiuta (finora) che ha un brano dai risvolti duri. Loro sono sempre rimasti estranei al circuito dei talent, nonostante qualche volta ne siano stati ospiti. Certo, quando si parla di Patty Pravo (che all'Ariston compie mezzo secolo di carriera) non si può accennare ad alcuna categoria. Idem per gli Stadio (grande brano il loro) e Zero Assoluto (occhio che potrebbero sorprendere). E qualcuno può dire che Neffa faccia parte di qualche categoria? Impossibile, dal punk al soul passando per l'hip hop è uno dei grandi migratori della nostra musica d'autore. Però senza dubbio la sessantaseiesima edizione del Festival più tradizionale d'Italia (e forse del mondo) questa volta è filtrato da una lente inedita: il confronto tra maestri e allievi. Un confronto imprevedibile dieci anni fa, quando i talent show hanno iniziato a prendere quota anche in Italia. Ma ormai inevitabile. E se da una parte è soltanto lo specchio dei tempi, dall'altra è la dimostrazione di quanto drammaticamente si siano accorciate le generazioni musicali, ormai così brevi da ritrovarsi faccia a faccia nello stesso ruolo di concorrenti. In fondo è una sfida.

O, quantomeno, uno stimolo alla creatività di tutti.

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