Cultura e Spettacoli

Le goliardiche avventure di tre romani per bene

Il poeta Valentino Zeichen pubblica il romanzo «La sumera»

Andrea ChinappiSi racconta che Jerome K. Jerome scrisse Tre uomini in barca per sbaglio, volendo in realtà redigere un'opera storico-letteraria dal titolo paradigmatico La storia del Tamigi, utile come guida turistica. Ma il caso volle che l'editore tagliasse i passi più lenti per snellire il libro e farne un romanzo ad alta carica umoristica. Con La sumera (Fazi Editore, pp. 155, euro 16), Valentino Zeichen, poeta nostrano tra i più celebrati in Italia e all'estero, si cimenta per la prima volta nella prosa e ci racconta le avventure capitoline di tre «vecchi ragazzi» in grado di far sbellicare dalle risate. Il romanzo intreccia le vite di tre uomini con quella di una misteriosa Lei l'innominata sumera del titolo in una Roma labirintica, contenuta tra la via Flaminia, la Galleria d'Arte Moderna e Villa Borghese. Racchiuse nel decadente dedalo, le gag dei tre personaggi richiamano, con dolente ironia, la leggerezza perduta degli anni andati, incastrate nella stupidità del nostro quotidiano.

Il filo rosso che conduce le pagine attraverso i pittoreschi quadretti, occupati da sedicenti critici d'arte, vecchie «cavallette» pronte all'attacco del buffet e le nostalgie romantiche di Mario, Paolo e Ivo, si esplica solo nel finale, nel nome inevitabile della morte.

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