Elezioni in Grecia

La Grecia si prepara al voto

Domani quasi 10 milioni di greci chiamati alle urne per eleggere il nuovo parlamento. In testa Syriza, ma potrebbe non avere la maggioranza

La Grecia si prepara al voto

Sale l'attesa in Grecia e nel resto d'Europa per le elezioni parlamentari che si terranno domani. Per il voto anticipato resosi necessario dopo che per tre volte il parlamento non è riuscito a eleggere il nuovo presidente della Repubblica, sono chiamati alle urne 9,8 milioni di cittadini.

Favorito sul premier uscente Antonis Samaras e sull suo partito conservatore Nuova Democrazia (Nd) continua ad essere Alexis Tsipras, 40enne leader del partito di estrema sinistra Syriza. Tuttavia i consensi che gli attribuiscono i sondaggi in questi giorni potrebbero non essere sufficienti per consentire a Syriza di formare un governo monocolore. Secondo le ultime rilevazioni, infatti, il divario tra i due resta alto: Syriza si piazzerebbe al primo posto col 30,2% contro il 20,3% di Nuova Democrazia. Seguono il partito di estrema destra Alba Dorata (6,8%), To Potami (5,1%) e via via tutti gli altri.

Dati che però non bastano: "Abbiamo bisogno di una maggioranza assoluta per attuare al meglio il nostro programma", ha detto ieri Tsipras, "Sappiamo di essere a un passo dalla maggioranza assoluta in parlamento, necessaria se vogliamo avere le mani libere e un forte potere di negoziazione". Tutto potrebbe quindi dipendere dalle alleanze post-elettorali che si potranno formare con i partiti minori che entreranno in parlamento. In Grecia, infatti, il parlamento è composto da una sola Camera con 300 membri e ha un sistema elettorale proporzionale rafforzato che prevede una soglia di sbarramento al 3% e un premio di maggioranza di 50 seggi. Questo vuol dire che chiunque vinca avrà bisogno almeno del 38% di preferenze per avere una maggioranza assoluta (151 seggi su 300) evitando alleanze.

Dal canto su Tsipras continua la sua battaglia per il cosiddetto Grexit (l'uscita di Atene dall'euro): se riuscirà a diventare premier, "non rispetterà gli accordi firmati dal governo precedente". "Il nostro partito rispetta gli obblighi che derivano dalla partecipazione della Grecia alle istituzioni europee. Ma l’austerità non fa parte dei trattati di fondazione dell’Ue", ha detto il giovane leader ieri chiudendo la sua campagna elettorale, "Il mio primo viaggio all’estero (da capo del governo) non sarà a Berlino, sarà a Cipro... Merkel non è più speciale di altri leader Ue".

"Tsipras è al servizio della lobby della dracma", ha ribattuto Antonis Samaras, affermando tra l’altro che la Grecia "farebbe la fine di Cipro" con il disastro delle banche se la sinistra di Syriza vincerà domenica. "Chi volete come capitano al timone in momenti difficili?", ha ripetuto il premier uscente, rivendicando la fermezza del suo governo nei negoziati con la Troika e il miglioramento dell’economia ellenica, promettendo tagli alle tasse e invitando gli indecisi a votare per Nuova Democrazia.

Secondo un sondaggio riportato dall'Huffington Post e elaborato dall’istituto di ricerche Focus Bari, però, più che abbandonare l'euro e l'Europa, i greci sperano che Tsipras riesca a negoziare e a trattare meglio di Samaras con l'Unione europea. Del resto, Theofanis Papageorgiou, giovane economista esponente di Syriza, parlando dei creditori della Grecia, ha precisato: "Siamo assolutamente certi che un accordo si possa trovare. Certo, servirà un compromesso ragionevole da ambo le parti...". Poi ha aggiunto: "Da una parte bisogna ricordare che molte delle misure che ha preso quel governo non erano tra le richieste della troika, ma decisioni dello stesso governo che pensava che così si risolvessero i problemi.

Noi ci riferiamo a quelle leggi e misure, vogliamo cancellarle, e dopo di che penso ci sia spazio in abbondanza per trovare un accordo su come diminuire debito e deficit".

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