Cultura e Spettacoli

Guzzanti, Minoli, Telese: La7 aggiunge volti tra satira e informazione

Cairo presenta il nuovo palinsesto: «Senza Crozza liberati dieci milioni da investire»

Guzzanti, Minoli, Telese: La7 aggiunge volti tra satira e informazione

Torna Sabina Guzzanti, con la sua satira perfida, politicamente molto orientata. Non avrà un programma tutto suo - lo diciamo per il pubblico che non la ama - , ma solo uno spazio all'interno di Piazza Pulita, il talk di Corrado Formigli: interventi graffianti di una decina di minuti sull'attualità. È questa una delle novità dei palinsesti de La7 presentati ieri mattina da Urbano Cairo, patron assoluto che parla di tutto, delle sue reti, dei suoi giornali e soprattutto dell'offerta di acquisto di Rcs (di cui scriviamo nel settore economia) entrando anche nei dettagli dei programmi, senza lasciarne l'illustrazione al direttore di rete Fabrizio Salini. Comunque, nella prossima stagione de La7 ritroveremo i programmi storici e quelli che si sono consolidati negli ultimi anni: da Piazza pulita a diMartedì con Giovanni Floris a La Gabbia di Gianluigi Paragone, a Otto e mezzo con Lilli Gruber a tutti i programmi dei day time. Ma ci saranno anche delle (più o meno) new entry, come Luca Telese, Giovanni Minoli, Francesco Facchinetti (quest'ultimo alla guida di Miss Italia). Ecco i dettagli.

Caso Crozza. Lo showman resterà a La7 fino a dicembre con il suo programma del venerdì Crozza nel paese delle meraviglie e con la copertina di diMartedì. Poi, come si sa, andrà sul canale Nove (di Discovery), non avendo rinnovato il contratto con la rete. Per lui Cairo ha avuto parole di apprezzamento, ma si è anche dilungato in un dettagliato resoconto dei motivi per cui è meglio che abbia scelto un'altra casa. In sostanza, spiega l'editore, Crozza costava molto («più di 10 milioni di euro all'anno» e, a conti fatti, «ne faceva guadagnare solo cinque in pubblicità»). E neppure la perdita degli ascolti spaventa l'editore: «I suoi risultati sono diminuiti dall'11 al 7 per cento di share nell'ultima stagione e, se si considera, che lo show dura solo un'ora, le perdita di punti spalmata su tutte le prime serate della rete, diventa infinitesimale». Insomma, per un editore per cui contano solo i numeri, Crozza era diventato un peso. «Andrò a vederlo - aggiunge perfidamente riferendosi alla neonata rete Nove - su un altro canale, sempre che riesca a trovarlo...». «Con la sua uscita - conclude - abbiamo un tesoretto di 10 milioni che possiamo investire in cose nuove». Quali? Lo sapremo da gennaio.

Il ritorno della Guzzanti. Non pare che l'attrice sia destinata (come logica farebbe pensare) a prendere lo spazio di Crozza. Avrà, come già riportato, uno spazio nel talk di Formigli. Del resto già nel 2012 provò a fare un programma intero su La7 (si chiamava Un due tre stella), ma, dopo solo otto puntate, non venne più riproposto. Forse non si vuole ripetere quell'esperienza negativa.
Il maestro Minoli. Indefesso, stakanovista, inarrestabile, l'inventore di Mixer torna in televisione, con un «faccia a faccia» di 45 minuti alla domenica sera alle 20,30. Insomma quello che ha sempre fatto, quello che gli riesce meglio. Manca dal video da 4 anni, passati su Radio24: il suo ultimo programma per la Rai fu La storia siamo noi.

Il rientro di Telese. Il giornalista (che nacque come conduttore a In Onda) proporrà un programma dedicato alla cronaca, nera e non solo. Un settore scoperto nella rete, dopo l'esperimento non riuscito di Linea Gialla, condotto da Sottile. «Ora studieremo meglio la trasmissione - dice Cairo - Abbiamo tutto il tempo perché il programma partirà da gennaio».
I raddoppi. L'informazione la fa sempre da padrona su La7, quasi tutte le serate sono occupate da trasmissioni di approfondimento. Mentana, il direttore del Tg, oltre a Bersaglio mobile e alle sue note maratone, condurrà da settembre degli speciali dedicati al referendum costituzionale. Giovanni Floris farà nascere uno «spin-off» del suo diMartedì dedicato all'arte, alla cultura e ai grandi tesori d'Italia.

Il futuro. «Qualunque cosa accada per Rcs, che io riesca a vincere la partita o meno, io La7 me la tengo stretta». Così ha liquidato Cairo le indiscrezioni su una possibile vendita del settore televisivo.

«Siamo riusciti in tre anni a competere in un mercato dove ci sono editori con risorse ben maggiori, andiamo avanti».

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