Cultura e Spettacoli

Hollywood ha deciso: potere alle donne ma solo se «over 50»

Julianne Moore, Isabelle Huppert, Emma Thompson e le altre incarnano ruoli da leader

Pedro Armocida

Sarà il #metoo o il Time's Up? Oppure, invece, non c'è nessuno dei due movimenti dietro la nuova ondata di attrici cinquantenni che a Hollywood, come dicono i più giovani, «se la comandano»? Sì, perché più che a questioni di principio, qui, più prosaicamente, si risponde a quelle anagrafiche. Per cui è un dato di fatto che le star di Hollywood inizino ad avere una certa età, 50 e più diciamo... Così è altrettanto naturale che interpreti del calibro di Jennifer Aniston, Cate Blanchett, Sandra Bullock, Jennifer Garner, Nicole Kidman, Julia Roberts, Sharon Stone, Meryl Streep cerchino di ottenere una centralità e una complessità anche in ruoli che esulano da quelli tradizionali, di solito chiusi nella gabbia dell'ambito familiare o di coppia. Insomma solo madri, spose, eccetera eccetera...

Per esempio, è in questi giorni nelle sale, il film Gloria Bell che il regista cileno Sebastián Lelio, premio Oscar con il recente Una donna fantastica, ha girato negli Stati Uniti. Si tratta tecnicamente di un auto-remake del suo stesso film Gloria del 2013. È stata infatti proprio Julianne Moore, da poco cinquantottenne, a voler interpretare a tutti i costi, entrando anche come produttrice, questo ruolo straordinario di donna matura, consapevole della propria età, delle difficoltà della vita e, soprattutto, capace di avere uno sguardo lucidissimo sull'altra metà del cielo, in questo caso quella bambocciona e maschile (come interprete c'è John Turturro). Julianne Moore regala un'interpretazione precisa e dolente (speriamo di vederla fra le attrici candidate all'Oscar il prossimo anno), di una donna ribelle proiettata nel futuro - il ballo ne è una metafora positiva («Quando il mondo finirà vorrei andarmene ballando») - conscia che la libertà conquistata a quell'età (dai figli, dall'ex marito, in fondo anche dall'attuale compagno) è un buon punto di ripartenza.

Libertà ovviamente anche sessuale. Ambito in cui recentemente Isabelle Huppert con il personaggio di Michèle in Elle di Paul Verhoeven ha dato la rappresentazione più estrema e radicale della femminilità autenticamente matura. Esistenze che navigano comunque a vista, come quella della protagonista di Copia originale, il film ancora nelle sale che racconta la vera storia della scrittrice Lee Israel la quale, per sbarcare il lunario, mette su furbescamente un giro di false lettere d'autore, in cui l'attrice Melissa McCarthy (che sta per compiere cinquant'anni) si è un po' invecchiata per questo ruolo di donna contro tutto e contro tutti e ha ottenuto la nomination all'Oscar come migliore protagonista.

Comunque non è tutto oro ciò che luccica e a Hollywood e per le attrici è un po' una giungla. Anche quando hanno a che fare con altre donne in ruoli decisionali. Julianne Moore ha infatti da poco confidato di essere stata allontanata proprio dal set di questo film dalla sceneggiatrice Nicole Holofcener: «L'ultima volta che sono stata licenziata lavoravo ad uno stand di yogurt e avevo quattordici anni. Quindi sì, è stato doloroso». A sparigliare le carte del politicamente corretto - oltre ogni legittima difesa - ci pensa Jennifer Garner che torna al cinema, giovedì prossimo, in Peppermint - L'angelo della vendetta di Pierre Morel, trasformandosi appunto in una giustiziera della notte, ma anche del giorno, decisa a eliminare uno a uno i responsabili di una gang che hanno ucciso il marito e la figlia. La polizia cercherà di fermarla mentre l'America la acclama come un'eroina.

Certo, questo tipo di donne che hanno o conquistano il potere (a mano armata) non sono poi tante, nel cinema. A meno che non si racconti del passato regale (da Elizabeth a La favorita) o di quello politico, curiosamente sempre inglese, con Margaret Thatcher protagonista di The Iron Lady e di The Lady. Anche se recentemente abbiamo visto Emma Thompson giudice in terra del bene e del male in Il verdetto e, ormai più di una decina di anni fa, Meryl Streep imperatrice assoluta di una delle più importanti riviste di moda statunitense (nella realtà ispirata a Anna Wintour, direttrice di Vogue America).

È in una posizione di potere, nell'arte come nella vita, anche Julia Roberts, protagonista assoluta della serie tv Homecoming da poco doppiata in italiano sulla piattaforma Amazon Prime Video. L'attrice cinquantunenne, che sabato scorso è stata l'ospite d'onore dell'ultima puntata di C'è posta per te e il potere a Hollywood se l'è preso anche con la sua casa Red Om Films che produce i dieci episodi, per la prima volta si confronta con un ruolo a tutto tondo in una serie televisiva in cui è una psicologa in una struttura governativa che si occupa di aiutare i militari in congedo a reinserirsi nella vita civile. Ma niente è come sembra.

Proprio come a Hollywood.

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