Cultura e Spettacoli

I canali tematici conquistano spettatori A colpi di film

In Italia il maggior agente modernizzatore dell'offerta televisiva sono le reti in chiaro del digitale terrestre. Naturalmente le reti generaliste hanno ancora la fetta di torta più grande in termini di ascolti (siamo al 62,4%, contro il 57% in Francia, il 51 nel Regno Unito, e il 29 in Spagna), ma, mentre le tv in abbonamento dal 2009 ad oggi sono assestate su una percentuale di ascolti più o meno stabile (intorno al 7%), le emittenti che trasmettono gratuitamente sul digitale terrestre sono passate da un iniziale 2 all'attuale 22%. Merito dello switch off, ovvero del passaggio al Dtt, e del conseguente aumento esponenziale dell'offerta televisiva in chiaro. Più canali per tutti, più ascolti complessivi. Ed è proprio la presenza dei canali liberi sul digitale terrestre che ha permesso a Mediaset di non perdere complessivamente ascoltatori.
Questi i dati che emergono da una ricerca diffusa da Mediaset, in occasione del sesto compleanno di Iris. La rete tutta dedicata al cinema del gruppo (canale 22) è nata il 30 novembre del 2007 con l'idea di offrire contenuti culturali vari, compreso il teatro e i documentari, ma col tempo di è sempre di più focalizzata sull'offerta di film. La strategia ha funzionato, come ha sottolineato il direttore di rete Giuseppe Feyles. Dal 2009 a oggi la rete è passata dallo 0,3% di share medio all'1,4 dell'1,7% nel prime time. Ad oggi la rete del Biscione è la prima tv di cinema in Italia: la concorrente Rai Movie nella stessa fascia oraria raccoglie 1,3%.
Stando ai dati forniti, insomma, in tempo di crisi premia puntare in maniera decisa sul proprio target.

Che, riguardo ai progetti per il futuro, significa dare spazio a titoli tra la serialità e il cinema e aprire a film di tradizioni meno conosciute, come quella asiatica.

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