Cultura e Spettacoli

Tra i due litiganti ci va di mezzo Rossini

Che pasticcio! Non centra Bridget Jones. Quanto si è consumato fra Bologna e Pesaro rasenta l'autolesionismo e non fa sorridere. Le compagini artistiche del Teatro Comunale di Bologna, fino dagli albori del Festival Rossini, sono diventate parte importante del successo del ROF, affinando suono e tecnica particolarmente idiomatici alla scrittura del genio rossiniano. All'improvviso Bologna comunica che il rapporto con Pesaro si è interrotto, suggerendo divergenze economiche, per aprire un rapporto con il Festival Verdi di Parma e Busseto. Come fosse un lascia e prendi alla pari. Ma Il Festival Verdi è una rassegna meritoria ma che non ha raggiunto né il prestigio, né il pubblico, né la caratura di Pesaro. Si sottolinea altresì, baldanzosamente, che a Parma, Il Comunale di Bologna potrà risultare produttore e dunque ricevere più fondi dallo Stato. Dunque il trasloco ha un prezzo. Il Sovrintendente bolognese è anche direttore del parmigiano Istituto di Studi Verdiani (e magna pars alla Chigiana di Siena), e comunica tutto questo mentre la sua candidatura alla Sovrintendenza di Firenze si infrange. Quante coincidenze! Non ci sorprenderebbe trovare lo stesso asso pigliatutto correre per la poltrona del Regio di Parma, portando su un piatto d'argento un'orchestra della qualità di quella bolognese che detto francamente nella città ducale non hanno mai avuto.

Nonostante l'ostentata tranquillità, in un attimo si cancellano decenni di collaborazione. Chi pagherà il conto? Chi ha manovrato per la separazione o chi lasciato pilatescamente giungere le cose al punto di rottura?

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