Cultura e Spettacoli

I due ragazzacci terribili della scena milaneseE ora Alberto Oliva e Mino Manni si buttano su Dostoevskij

Si sono incontrati per caso sull'onda di un'ammirazione comune per Dostoevskij e da allora sono diventati i nuovi Oreste e Pilade della scena milanese. Chi sono? Alberto Oliva, il giovane regista che col Ventaglio goldoniano ha vinto il premio Sipario prima di essere laureato grande promessa della nuova regia e Mino Manni, un attore che della sua fedeltà al teatro di cultura ha fatto il fine supremo della sua attività. Vogliamo conoscerli piu'da vicino? Eccoli pronti a rispondere alle nostre domande. Voi due, dopo essere passati al vaglio di Hitchcock con La donna che visse due volte e quello di Pirandello con un'edizione choc di Enrico IV che ha fatto molto parlare, oggi avete all'attivo un tris di spettacoli che hanno riportato alla ribalta Dostoevskij dopo gli exploit di maestri come Stein e Ronconi. Cos'avete da dire in proposito? «Era ora che il pubblico si accorgesse - dice Oliva - che non sono necessari né grandi mezzi né nomi di grido per far conoscere al pubblico giovane un gigante del pensiero come Fedor». «Così, dopo La confessione, lo spettacolo tratto dai Demoni che si impernia sul suicidio della bambina ebrea. - prosegue Manni - che abbiamo ripreso poche settimane fa a Napoli con un successo che ci ha commosso e poi con Ivan e il diavolo tratto dai Demoni, dove ho costretto persino Alberto a salire sul palcoscenico per confrontarsi col mondo parallelo abitato dai fantasmi della ragione, ora siamo approdati al Giocatore, che per noi rappresenta il culmine della nostra ricerca sui meandri della psiche». Continua Oliva: «Ma un culmine provvisorio, Mino! Perché dopo la grande roulette che occupa il centro della scena col suo smodato corredo di luci da juke box e sprazzi da flipper impazzito, il nostro percorso su e con Fedor, divemuto nel tempo un incancellabile debito d'amore continuerà non solo con altri spettacoli ma proprio con la ripresa del Giocatore, dove coinvolgeremo gli spettatori in un estremo gioco a rimpiattino con questa affascinante partitura che, per il momento, costituisce il culmine del nostro gioco a rimpiattino col pubblico divenuto, grazie all'impegno mio e di Mino, il terzo protagonista dell'evento. Chiaro?».

Non chiaro ma addirittura chiarissimo, con tanti saluti ed auguri ai nostri neomagnifici due.

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