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"I fantasmi sono tornati e li cacciano le donne"

Il regista raccoglie la sfida di rifare "Ghostbuster" trent'anni dopo e mette un poker di ragazze nel cast. "Perché sono più divertenti"

"I fantasmi sono tornati e li cacciano le donne"

Los Angeles - Era il giugno del 1984 quando nelle sale degli Stati Uniti d'America arrivò la squadra di acchiappafantasmi formata da Peter Venkman (Bill Murray), Raymond «Ray» Stantz (Dan Aykroyd), Egon Spengler (Harold Ramis) e Winstone Zeddemore (Ernie Hudson). Quello di Ghostbuster fu un tale, immediato successo che una settimana dopo, le strade di New York erano invase di bancarelle con venditori abusivi di magliette del film, mentre il famoso ritornello della colonna sonora diventava un'ossessione nella mente di una generazione. Ci sono pochi classici il cui successo non viene sfruttato più volte dall'industria cinematografica di Hollywood e quindi per Ghostbuster è tornato il momento di un secondo giro di ruota, anzi di un terzo, dal momento che a quel primo film dell'84 ne era seguito un secondo, deludente, quattro anni dopo. I Ghostbuster dunque stanno per tornare, in una versione tutta al femminile composta da Melissa McCarthy, Kristen Wiig, Kate McKinnon e Leslie Jones. A dirigere il film questa volta è Paul Feig, lo stesso di Spy, Le Amiche della Sposa, Corpi da Reato, commedie al femminile ma non troppo romantiche, mentre Ivan Reitman partecipa al progetto nelle vesti di produttore. La presentazione del primo trailer ad un gruppo di fan è stata l'occasione per un'intervista con il regista.

Mr Feig, rifare un classico dell'umorismo come Ghostbuster deve essere una bella sfida.

«Vero. In molti mi chiedono il perché di questa scelta, rifare Ghostbuster e rifarlo con un cast di donne. La risposta è che in questi trent'anni il mondo è cambiato, la scienza e le persone non credono più ai fantasmi o comunque la loro esistenza è stata molto ridimensionata dal pensiero comune. Quindi c'era spazio per fare qualcosa di diverso. Il mio film non è né un sequel né tanto meno la versione al femminile dell'originale».

Ci saranno dei richiami...

«Certo, per forza, ma le cose saranno differenti dall'originale».

E la colonna sonora?

«Ovviamente ci sarà la versione originale, divenuta famosissima in tutto il mondo, di Ray Parker Jr., senza quella, oggi non potremmo essere qui a parlare di un nuovo Ghostbusters, ma ci sarà anche una nuova versione del brano».

Come mai l'idea di portare in scena una squadra di ragazze?

«Inizialmente si era discusso di un Ghostbuster 3 che non avesse nulla a che fare con questo cast al femminile».

Poi cosa è successo?

«Poi pian piano dentro di me ha preso campo l'idea di un film in cui non ci fosse il retroterra di quanto accaduto prima. Un mondo dove la gente crede alla presenza dei fantasmi ma non li ha veramente visti. Quindi non poteva essere un terzo film, dopo i due già usciti e già pieni di fantasmi molto visibili».

E per rendere le cose ancor più differenti le venuta l'idea di un cast femminile.

«In realtà no, ho scritto la sceneggiatura insieme a Katie Dippold e poi ci è capitato di pensare a chi ingaggiare nel cast, e in questo momento i migliori talenti comici a Hollywood, secondo me, sono donne».

Ci racconta qualcosa di questa nuova storia?

«Essenzialmente il personaggio interpretato da Kristen viene visitato dal fantasma di una vicina morta, molte volte. Le succede da quando era bambina, ma nessuno le ha mai creduto. Poi le cose precipitano. Il personaggio interpretato da Melissa è la sua migliore amica e anche lei crede nei fantasmi. Le altre subentrano nel team formato dalle due amiche».

E poi c'è il segretario Chris Hemsworth.

«Chris Hemsworth è uno degli attori più divertenti in cui mi sia mai imbattuto. Non è solo bellissimo, lui fa davvero proprio ridere. C'è una scena, in cui lui si vede in un colloquio di lavoro: quella scena ci siamo divertiti ad improvvisarla e lui ci ha letteralmente ucciso. Per me è il nuovo Cary Grant».

La squadra del primo film era formata da tre bianchi e un afro-americano che però aveva un ruolo marginale. Anche la sua è composta allo stesso modo ma ora a Hollywood c'è un grosso dibattito sulle opportunità che vengono date agli attori di colore.

«Francamente non ci abbiamo proprio pensato, non abbiamo pensato al risvolto politico della faccenda. Quello interpretato da Leslie Jones è un personaggio ben definito e importante, al colore della sua pelle non abbiamo posto alcuna attenzione era semplicemente da stabilire chi sarebbe stato più divertente in quel personaggio».

Secondo lei a cosa era dovuto quello strepitoso successo, trent'anni fa?

«Alla straordinaria alchimia fra quei quattro protagonisti e alla fusione di azione, umorismo e mistero. Era gente divertente che fondeva insieme il paranormale con la scienza, era una idea grandiosa.

E certo, il successo del primo film può essere terrificante per chi ci rimette le mani, ma un'idea così bella è anche una sfida da cogliere».

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