Cultura e Spettacoli

La Innocenzi si crede troppo una Gabanelli

Il problema di Giulia Innocenzi è che pensa di essere Milena Gabanelli, ma di Gabanelli ce ne è una sola

La Innocenzi si crede troppo una Gabanelli

Il problema di Giulia Innocenzi è che pensa di essere Milena Gabanelli, ma di Gabanelli ce ne è una sola. I reportage di Milena sugli animali fecero veramente scalpore andando a rivelare comportamenti terribili nei confronti degli animali, come quello sulle oche «da piumino».

In ogni caso, nonostante la sua aria da saputella di giovane cresciuta troppo in fretta alla corte di Michele Santoro, la Innocenzi fa bene a puntare il dito contro gli allevatori di maiali che non rispettano le regole e gli animali. Alcune immagini mostrate sono davvero eloquenti. Però, quel che traspare da Animali come noi, il programma cominciato l'altra sera su Raidue, non sembra solo la volontà di denunciare il maltrattamento dei maiali, ma anche quella di mettere in mostra l'autrice del reportage medesimo. Si sono viste più inquadrature della suddetta giornalista che dei maiali chiusi negli allevamenti intensivi.

Con un buon quarto d'ora di riprese di lei che tenta inutilmente di parlare con i titolari di una azienda che produce prosciutti, additati come «colpevoli» di trattare male gli operai (ma l'argomento non erano gli animali?) ma soprattutto di non accettare di rispondere alle domande della «nota» giornalista. Si sono viste tante altre bellissime inchieste in Rai, molto più incisive, dove le giornaliste quasi non si mostravano alle telecamere. La trasmissione finisce con un'intervista a Giovanna Parmigiani di Confagricoltura che smonta pezzo a pezzo le accuse della giornalista.

Alla fine l'Auditel segnala un dignitoso 5,6 per cento di share con 600.000 spettatori.

Comunque, la Rai doveva chiudere i «debiti» con Santoro e Animali come noi, prodotto dalla società del giornalista, fa parte del pacchetto.

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