Cultura e Spettacoli

Intellettuali contro Marie Kondo, la maga dell'ordine: "Vieta i libri"

Marie Kondo, l'esperta di pulizie domestiche, fa arrabbiare gli intellettuali: è sommossa su Twitter per le sue regole sui libri in casa

Intellettuali contro Marie Kondo, la maga dell'ordine: "Vieta i libri"

Il consiglio sul possesso dei libri, fornito da Marie Kondo ai disordinati, ha scatenato gli appassionati di letteratura sui social network.

La regina del riordino - oggi al centro di uno show Netflix, dal titolo “Tidying Up with Marie Kondo” - ha destato grande scalpore per il suo consiglio di sfrondare la propria collezione di libri, tenendo soltanto 30 volumi. Su Twitter, gli utenti si sono scatenati: c’è chi ha chiesto se i 30 libri siano solo quelli da tenere sul comodino, altri hanno domandato se il numero si riferisca alla singola stanza, altri ancora sono partiti in questa operazione di "decluttering" gettando nell'immonzia proprio il volume scritto da Kondo.

La scrittrice Anakana Schofield ha invece sottolineato come la letteratura non debba semplicemente dare gioia o esistere per il nostro piacere, ma abbia anche e soprattutto il compito di “sfidarci e sconvolgerci”.

In realtà, Kondo non ha detto che si possono tenere soltanto 30 libri in casa. Ha sottolineato come quello sia il numero ideale per mantenere l'ordine: lei, personalmente, si orienta verso quella tendenza. In passato, come riporta il Daily Mail, la donna aveva raccontato che durante la prima cernita non sia riuscita a scendere al di sotto dei 100 volumi.

La questione si inserisce in un dibattito più ampio. Alcuni designer hanno infatti consigliato di organizzare i propri libri con la costoletta all’interno della libreria, in modo che formino dei blocchi monocromatici con le pagine all’esterno.

Come hanno sottolineato in molti su Twitter, questo consiglio però non tiene conto del fatto che qualcuno potrebbe avere l’esigenza di cercare quei libri - e la sistemazione renderebbe arduo trovarli - mentre gran parte delle obiezioni riguarda il fatto che la letteratura non sia un pezzo dell’arredamento.

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